mercoledì 26 novembre 2008
Assemblea dell'Unione Degli Studenti del 28 Novembre
Ringraziamo il rappresentante d'istituto del Liceo Artistico Foiso Fois di Cagliari, Roberta Lai, per la segnalazione.
mercoledì 19 novembre 2008
Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari
Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari
La scuola italiana, in ogni suo ramo, attraversa un periodo di forte difficoltà. Tale difficoltà, confermata dall'analisi dei dati OCSE PISA, pervenuti lo scorso anno, ci consegna il difficile compito di trovare rimedi ad un'istituzione che è fortemente malata, ma che pensiamo abbia nella sua intima struttura, le soluzioni e i farmaci adatti a curarla da tale patologia.
È infatti da diversi anni che il sistema pubblico viene continuamente messo in gioco, vilipendiato dai governi che si sono succeduti, ognuno a sua volta convinto di perseguire un “interesse generale”, purtroppo mai coincidente con quello che è invece l'interesse specifico della nostra scuola.
È cosi che allora ci sono state imposte dall'alto la Zecchino-Berlinguer, aprifila nella definizione di quell'”autonomia scolastica” oggi tanto decantata e nell'idea che si potessero finanziare anche gli istiuti privati e confessionali, ormai “parificati” a quelli del settore pubblico. È così che progressivamente una massa enorme di denaro è stata negata alla scuola, nelle forme più disparate, per essere investita altrove. Siamo passati per la “riforma” Moratti, che contestammo nella sua idea classista e fortemente elitaria. Arriviamo oggi a quello che è forse un punto di non-ritorno per il settore pubblico.
Il disegno di scuola che il governo persegue prevede un taglio di oltre otto miliardi di euro nell'arco di tre anni. Oltre a confermare la recessione economica nel nostro paese, con quasi duecentomila licenziamenti tra personale docente e ausiliario e il blocco delle assunzioni, prospetta una scuola lasciata a se, priva dei necessari finanziamenti che la possano far sopravvivere.
Ma è nel metodo e nel merito che contestiamo tale “controriforma” o per meglio dire “restaurazione”, sancita per botte di decreto legge e approvata come leggi della Repubblica 133 e 137.
Essa infatti è stata portata avanti come un'operazione verticistica, senza il dialogo ne all'interno del parlamento ne tantomeno tra le parti chiamate in causa: docenti, genitori e studenti.
La consulta degli studenti, organismo istituzionale chiamato a discutere e portare il proprio parere in merito alle decisioni nell'ambito scolastico, non è stata convocata, ne si pensa per ora una sua convocazione su un terreno di discussione che è quello del Consiglio Nazionale dei Presidenti.
La CPS di Cagliari intende perciò esprimere il proprio forte disappunto su tali scelte del governo.
Riteniamo che la scuola sia un bene di tutta la collettività, sulla quale la collettività stessa debba intervenire anche economicamente, per garantire a tutti, secondo i principi costituzionali, l'accesso ai saperi e alla cultura, nell'idea della promozione sociale che da ciò deriva. Riteniamo altresì che la nostra sia una rivendicazione ben concreta e precisa, di un modello di scuola che sappia essere più inclusivo, escludendo a priori l'idea di classi differenziate nel settore elementare, corretto, senza l'adozione del voto in condotta quale misura repressiva nei confronti di chi la scuola la vive, gratuito e democratico. Chiediamo insomma quella scuola che la nostra Costituzione ci garantisce e che invece ci viene negata, chiediamo una scuola che sia garante della democrazia e della sicurezza sociale nei paesi e nelle città più di quanto non sappia farlo una caserma o un plotone dell'esercito. Riteniamo che sia la scuola l'unico spazio di salvaguardia del sistema democratico, in una congiuntura economica che mette in crisi l'intero sistema di produzione capitalistico, legato alla speculazione finanziaria, e che conseguentemente produrrà una forte svalutazione del valore sociale di qualsiasi titolo di studio, è necessario recuperare lo spazio anche fisico e insieme sociale e umano all'interno del quale è viva la discussione e il confronto e in cui non è presente mercificazione alcuna.
Per tali motivi ci muoveremo sul terreno di critica e proposta, partecipando alle assemblee coi nostri rappresentanti delegati dall'organismo e nella figura del Presidente, portando avanti le nostre proposte nelle sedi istituzionali opportune, e chiedendo in continuazione l'apertura di un tavolo di discussione che possa finalmente mettere in collegamento le parti sociali che gravitano intorno alla scuola.
sabato 15 novembre 2008
Resoconto della Manifestazione Nazionale di Venerdì 14 Novembre
La rabbia degli studenti travolge Roma
ROMA L'onda ha invaso Roma, ma non ha distrutto. Coerente con le promesse della vigilia, la manifestazione contro le politiche del governo in materia di università e ricerca è stata uno tsunami pacifico che ha lambito Montecitorio, il Senato, Palazzo Chigi, la cittadella della politica, per poi ritirarsi, lasciandosi dietro lattine vuote e cartelli stropicciati, verso i luoghi di partenza: La Sapienza, gli altri atenei romani o le tante città da cui, negli ultimi due giorni, si sono mossi migliaia di studenti, precari, ricercatori, docenti, allievi di conservatori e accademie per dire «no» alla legge 133, ai tagli di personale e risorse, alla trasformazione delle università in fondazioni, al provvedimento ammazza-precari di Brunetta.
TANTE ANIME È stata una protesta con due anime - quella del sindacato e quella del movimento studentesco - e due grandi assenti: la Cisl che ha ritenuto sufficienti le rassicurazioni avute dal ministro Gelmini e, a 48 ore dallo sciopero, ha revocato la mobilitazione, e il Pd che, a parte qualche solitaria presenza avvistata nei pressi del palco di piazza Navona ha disertato la piazza. Movimento studentesco e sindacale si sono sfiorati, ma non saldati. Forse non soltanto fisicamente.
QUATTRO CORTEI I tre cortei degli studenti (agli universitari si sono uniti anche gli studenti medi) sono partiti ieri mattina dalla Sapienza (dove in tanti arrivati da fuori Roma hanno dormito la scorsa notte nelle facoltà occupate), da Roma Tre, da piazza della Repubblica. Quello dei sindacati (secondo le loro stime «100 mila in piazza») ha preso il via dalla Bocca della Verità. Destinazione comune piazza Navona. Ma lo spezzone forte degli studenti è arrivato a comizi conclusi. In tanti hanno deviato prima, per raggiungere Montecitorio; altri li hanno raggiunti o si sono dispersi in tanti rivoli per le vie del centro: «Blocchiamo la città, questa è la risposta dell'universita». Una promessa che non è rimasta campata in aria. Centomila hanno sfilato con i sindacati, secondo gli organizzatori, mezzo milione di ragazzi in piazza alla conta delle associazioni studentesche. Cifre ridimensionate dalla questura che parla di un più modesto 30 mila.
LA PROTESTA Tanti i cori e gli slogan che hanno avuto come bersaglio non soltanto la Gelmini, ma anche Brunetta e l'intero Governo, alternando il sofisticato al casereccio: «Legge 133 più irrazionale di radice quadrata di due», «Il sonno della ragione genera mostri», «Quo usque tandem Gelmini abutere patientia nostra» ma anche i più spiccioli «governo di nani arriva lo tsunami», «Gelmini ci hai provocato?... e noi te se magnamo» o il drammaticamente realistico cartellone arrivato da Cosenza «la 'ndrangheta ringrazia vivamente per la manodopera di cualità ». Tantissimi i dipendenti, per lo più precari, degli enti di ricerca - dall'istituto di vulcanologia di Catania al Cnr, all'Ispra - con buona pace del ministro Brunetta. «Si sta affrontando la questione dei precari come mai si era fatto in precedenza» ha dichiarato in una nota stampa chiedendo a chi lo contesta: «al di là di generiche proroghe di contratti a tempo determinato (perché questo solo la normativa vigente garantisce ai precari, e comunque non oltre il 31 dicembre 2009), era mai stato fatto in precedenza un intervento così preciso e capillare per risolvere i problemi?». Ma con i tagli, solo con i tagli - ha insistito il sindacato - non si va da nessuna parte.
SINDACATO «Il Governo cambi rotta» ha ammonito ai manifestanti che affollavano piazza Navona il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. E ha avvisato: «siamo solo all'inizio e finché non raggiungeremo i nostri obiettivi non ci fermeremo. Tocca all'esecutivo decidere se aprire seriamente un confronto o continuare con l'autoritarismo e l'autoreferenzialità che lo ha contraddistinto fin dall'inizio». Nel corteo e sul palco c'era anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ma non ha parlato alla piazza. Ha però criticato l'assenza della Cisl: «Chi non c'è sbaglia. Ogni volta che provano a isolarci gli va male però persistono. E perseverare è diabolico. C'è una richiesta forte di riforme e non di tagli. La Gelmini continua a ripetere che noi non vogliamo le riforme. È lei invece che pensa di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli. Apra un vero confronto e saremo disponibili». Dunque, per ora, si va avanti nella protesta. Una posizione condivisa anche dal movimento da Roma Tre, da piazza della Repubblica. Quello dei sindacati (secondo le loro stime «100 mila in piazza») ha preso il via dalla Bocca della Verità. Destinazione comune piazza Navona. Ma lo spezzone forte degli studenti è arrivato a comizi conclusi. In tanti hanno deviato prima, per raggiungere Montecitorio; altri li hanno raggiunti o si sono dispersi in tanti rivoli per le vie del centro: «Blocchiamo la città, questa è la risposta dell'universita». Una promessa che non è rimasta campata in aria. Centomila hanno sfilato con i sindacati, secondo gli organizzatori, mezzo milione di ragazzi in piazza alla conta delle associazioni studentesche. Cifre ridimensionate dalla questura che parla di un più modesto 30 mila.
Sfilano anche all'estero Parigi e Bruxelles solidali con gli italiani
ROMA L'onda della protesta ha invaso la Capitale, ma non solo. Contestazioni contro la legge 133 e, più in generale, contro le politiche del governo sul fronte dell'università e della ricerca sono andate in scena in tutta Italia e all'estero.
MILANO Alcune centinaia di studenti delle università e di lavoratori del settore istruzione hanno partecipato a un presidio in piazza Duomo. Sul sagrato brevi concerti di gruppi di strumentisti del Conservatorio Verdi, interventi di ricercatori, docenti e studenti.
GENOVA Manifestazione di diverse centinaia di studenti universitari e liceali ieri nell'area del Porto Antico, dove si svolgeva un convegno di Confindustria. Ed esperimenti di chimica in piazza: la scritta «Fondi» appariva e scompariva grazie a una sorta di inchiostro simpatico, mentre una soluzione cambiava colore all'urlo dei passanti «Cambia».
TRENTO Presidio e assemblea di un centinaio fra ricercatori universitari, personale amministrativo e studenti questa mattina presso il rettorato di Trento. I lettori di lingua hanno esposto sul muro del rettorato alcune mutande. Nel frattempo è stata sospesa l'occupazione della facoltà di Sociologia, dove peraltro le lezioni era continuate regolarmente.
BOLZANO Studenti delle medie superiori italiane e tedesche hanno protestato in corteo a Bolzano contro la riforma Gelmini. Alla manifestazione hanno preso parte - secondo le autorità - 1.500 ragazzi, italiani e tedeschi insieme. Di fronte alla Libera università di Bolzano i ragazzi hanno gridato «vergogna, vergogna» ai loro colleghi che non hanno partecipato al corteo.
POTENZA Una delegazione di studenti delle scuole superiori di Potenza ha incontrato ieri la presidente della Commissione Pubblica Istruzione della Camera, Valentina Aprea (Pdl), per esporre le «preoccupazioni» sulle riforme, in particolare su tagli e fondazioni universitarie, e chiedere al Governo di convocare le Consulte degli studenti, e «non associazioni che non ci rappresentano in modo unitario». Aprea ha poi spiegato loro che «l'Italia e il mondo si trovano in una crisi mondiale, e le riforme servono a evitare il peggio» senza però «intaccare l'idea di una scuola moderna e di qualità» a cui si aggiungono «le fondazioni, accanto all'università che resta pubblica, perché la ricerca non può vivere solo di fondi pubblici».
CATANIA I giovani del movimento studentesco catanese sono entrati nel rettorato in piazza Università, occupandolo.
PARIGI E BRUXELLES «L'Onda anomala travolge Parigi»: con questo slogan hanno protestato in trecento ieri mattina (studenti e ricercatori) nella capitale francese contro i tagli al sistema scolastico del governo Berlusconi. Sit-in di protesta anche a Bruxelles: italiani arrivati nella capitale europea con il programma Erasmus, stageur o ricercatori, ma anche figli di immigrati che studiano alla scuola europea o nelle università di Liegi e Anversa.
venerdì 14 novembre 2008
Allora diteci voi dove dobbiamo tagliare. (Tremonti)
E allora diciamoglielo noi a questi poveri politici ignoranti dove devono tagliare.
Qui di seguito trovate alcune delle tante spese (inutili) che ci siamo fatti carico negli ultimi anni.
Fondi Pubblici alle Scuole Private e alle Scuole Cattoliche [1]Inoltre, in questa "guerra ai fannulloni" si scoprono parecchi comportamenti ipocriti, proprio da chi dovrebbe dare il buon esempio.
«Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.» (art.33 della costituzione).
E noi spendiamo 532 milioni l'anno per le scuole private.
License Software [1] [2]
274 milioni nel 2003.
483 milioni nel 2004.
Spese che potrebbero essere ridotte con l'utilizzo di software Open Source, come già avviene in numerosi paesi europei.
Abolizione dell'ICI [1]
Rappresentava il 30% delle entrate Comunali.
Un'abolizione costata 2,2 miliardi di euro.
Alitalia
Da quando è stata quotata in borsa, la compagnia ci è costata (tra ricapitalizzazioni e debiti ripianati) circa 13 miliardi di euro, di cui 5 miliardi negli ultimi 10 anni. Costi Pubblici, Guadagni Privati.
Il sito di Italia.it
Un progetto da 45 milioni di euro che avrebbe dovuto rappresentare il nostro paese su internet promuovendolo anche all’estero. Fallito.
Ponte sullo Stretto di Messina [1]
Costerà 5 miliardi di Euro a cui vanno a sommarsi i 200 miliardi già spesi per gli studi di progettazione e di fattibilità.
Nelle elezioni politiche del 2008 il Governo Berlusconi ha promesso che riprenderà il progetto di costruzione del ponte.
Assenteismo al Governo [1]A questo punto, credete ancora che tagliare i fondi all'istruzione sia l'unica soluzione possibile?
Camera, Berlusconi Silvio detiene il primato di assenze con il suo 98,5%.
Aerei di Stato [1] [2] [3] [4]
Nel 2005, con Berlusconi, il conto degli aerei di Stato toccò i 65 milioni di euro.
Inoltre, il nuovo Governo ha deciso di eliminare le restrizioni poste sull’utilizzo degli “aerei blu”.
La Scuola dev'essere riformata, ma con delle riforme sensate, non con dei tagli sbrigativi e informali che nemmeno vengono discussi in parlamento.
Nota: vi invito a visitare anche i link tra parentesi quadre.
giovedì 13 novembre 2008
Manifestazione Sabato 15 Novembre, Villacidro
Il corteo partirà dal Parco Comunale di via Farina alle ore 9:00, per poi attraversare via Repubblica e terminare in Piazza Lavatoio verso le ore 10:00, dove sarà allestito un sit-in in cui interverranno alcuni politici, professori, studenti medi e universitari. Si prevede una durata di circa un'ora e mezza.
Sono invitati a parteciparvi tutti gli studenti del medio Campidano e la cittadinanza sensibile al problema.
MANIFESTAZIONE CONTRO IL DECRETO GELMINI-TREMONTI
Ore 9:00 – Villacidro, Parco Comunale di via Farina
Manifestazione Venerdi 14 Novembre, Cagliari
- Blocco del turn-over al 20% (un’assunzione ogni cinque pensionamenti – art. 66)
- Tagli al fondo per il finanziamento ordinario per 1441,5 milioni di euro entro il 2013 (art. 66)
- Possibilità/necessità per gli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (art. 16)
MANIFESTAZIONE
Ore 9:30 – Piazza Garibaldi
Link al manifesto (PDF)
giovedì 6 novembre 2008
I politici possono permettersi di fare determinate affermazioni?
"BISOGNA FERMARLI, ANCHE IL TERRORISMO PARTI' DAGLI ATENEI"
Da "QN:GIORNO/RESTO/NAZIONE", giovedì 23 ottobre 2008
INTERVISTA A COSSIGA, ROMA
PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia?«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?«Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio?«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».
E` dunque possibile che la storia si ripeta?«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».Andrea Cangini
Nessuno potrebbe aspettarsi da un politico di tale livello simili affermazioni...
Addirittura si dichiara che il nostro movimento studentesco e la protesta portata avanti dagli insegnati sia un "atteggiamento criminale", proprio quel diritto sancito nella Costituzione italiana nell' art. 21 che si apre così: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Affermazioni pesanti che non possono che destare scalpore all'interno del movimento studentesco e della società in generale.
Intanto un avvocato, una grafologa e due ex insegnanti - cinque semplici cittadini - hanno denunciato stamattina alla Procura della Repubblica di Roma il senatore a vita Francesco Cossiga per istigazione a delinquere e apologia di reato.
Maggiori informazioni su questa vicenda e sugli scontri in piazza Navona a Roma sono rintracciabili nel sito http://www.unicamente.org/
mercoledì 5 novembre 2008
Manifestazione Venerdi 7 Novembre, Cagliari
- Blocco del turn-over al 20% (un’assunzione ogni cinque pensionamenti – art. 66)
- Tagli al fondo per il finanziamento ordinario per 1441,5 milioni di euro entro il 2013 (art. 66)
- Possibilità/necessità per gli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (art. 16)
MANIFESTAZIONE
Ore 9:30 – Piazza del Carmine
Link al manifesto (PDF)
Link alla locandina (PDF)
venerdì 31 ottobre 2008
Aiutateci a crescere
- Per aggiungere un banner al vostro sito/blog copiate il codice HTML che trovate nella casella "bianca" di fianco al vostro banner preferito.
- Per aggiungere un banner alla vostra firma su un forum copiate il codice BBCODE che trovate nella casella "gialla" di fianco al vostro banner preferito.
Grazie per l'attenzione.
Resoconto della Manifestazione Nazionale del 30 Ottobre 2008
ROMA - Dopo la conversione in legge del decreto Gelmini e le proteste spontanee degli studenti in molte città d'Italia, è stato il giorno dello sciopero nazionale indetto dai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil), Snals e Gilda. Roma ha ospitato la grande manifestazione partita da piazza della Repubblica con studenti, insegnanti, famiglie. Secondo gli organizzatori i manifestanti erano un milione. Cortei e proteste anche in molte altre città italiane.
VELTRONI IN TESTA - In testa al corteo romano, partito intorno alle 9.30 da piazza della Repubblica, Walter Veltroni e Guglielmo Epifani. «Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico» ha detto il leader del Pd. «A Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita a una straordinaria manifestazione di popolo - ha sottolineato -. Il governo deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno». Silvio Berlusconi non ha tardato a replicare parlando di «sinistra scandalosa» in merito alla manifestazione odierna: «Vedo una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità».
EPIFANI E BONANNI - Epifani ha tenuto il comizio finale in piazza del Popolo. Prima degli interventi il pubblico ha riservato una raffica di fischi e boato assordante ai ministri Gelmini e Brunetta. Il segretario della Cgil ha parlato di «un'intero paese che insorge». «State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani - ha detto Epifani nel suo intervento -. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà». Epifani ha quindi rimproverato al governo di aver mascherato con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Anche per Bonanni, intervenuto sullo stesso palco, i tagli al sistema scolastico sono solo un modo «per mascherare la controriforma in atto». Bonanni ha chiesto al governo di «riaprire un confronto con i sindacati, gli enti locali e le famiglie, perché la scuola non può essere diretta come una azienda». Anche Di Pietro era presente alla manifestazione. Per il Pd hanno sfilato anche Anna Finocchiaro e Mariapia Garavaglia.
CORTEO DIVISO IN TRE - In apertura del corteo lo striscione «Uniti per la scuola di tutti». E poi tante bandiere e palloncini colorati. Studenti, insegnanti e dirigenti scolastici sono arrivati da tutta Italia con centinaia di pullman e treni speciali, nonostante il brutto tempo e la pioggia. Tanti anche gli scolari delle elementari e medie. Gli organizzatori hanno spiegato che il corteo si è diviso in tre parti «per ragioni di spazio», a causa dell’enorme afflusso di persone: il primo, quello dei sindacati, arrivato primo in piazza del Popolo, il secondo degli universitari che ha raggiunto la sede del ministero dell'Istruzione e un terzo alla Magliana, dato che non ha potuto arrivare in centro. Alta l’adesione allo sciopero secondo i sindacati, con il 90% delle scuole pubbliche italiane chiuse. Secondo il ministero dell'Istruzione (dati parziali rilevati alle 14.30) la partecipazione è stata del 57,1%: su 452.105 dipendenti 258.152 hanno incrociato le braccia. La manifestazione si è conclusa in piazza del Popolo con i comizi finali e le note dell'inno di Mameli.
PROBLEMI AL TRAFFICO - Il corteo ha attraversato via Emanuele Orlando, largo di Santa Susanna, piazza Barberini, via Sistina, Trinità dei Monti. Complice la violenta pioggia e i limiti alla circolazione, il traffico a Roma è stato particolarmente intenso con veri e propri ingorghi a ridosso del centro. Disagi anche per il trasporto pubblico con la deviazione di 27 linee bus e la chiusura della fermata di piazza di Spagna. Dalle 10 è stata chiusa anche la stazione Repubblica della metropolitana, poi riaperta alle 14.45. Più di venti pullman provenienti da Siena sono rimasti fermi sul raccordo anulare e hanno deciso di inscenare una protesta sul luogo, vista l'impossibilità di arrivare in piazza del Popolo.
PRESIDIO - Il corteo romano contro la legge Gelmini ha avuto un epilogo movimentato quando alcune migliaia di universitari, invece di riunirsi al serpentone principale, si è diretto verso la sede del ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere. Lì è stato organizzato un presidio, cui si sono uniti studenti delle scuole superiori e di altri atenei, e c'è stato un lancio di uova e fumogeni contro i poliziotti schierati. La Questura ha fatto sapere che tra i manifestanti si erano infiltrati degli anarchici e sarebbero loro gli autori dell'attacco agli agenti. Questi non hanno reagito e, subito dopo, altri studenti hanno creato un cordone di sicurezza per evitare ulteriori tensioni. «Gelmini arrenditi, sei circondata» hanno gridato i manifestanti. Slogan anche contro Berlusconi e il governo. «Siamo l'onda che vi travolge» si leggeva nello striscione degli universitari. Gli studenti hanno poi srotolato un nastro bianco e rosso di fronte all'ingresso principale del ministero per chiudere simbolicamente il dicastero. Poi il corteo ha ripreso a muoversi in direzione della stazione Trastevere.
15 INDAGATI - Intanto, per gli scontri di piazza Navona la procura di Roma ha iscritto quindici persone nel registro degli indagati. Il fascicolo processuale prende in esame i reati di porto di armi improprie e di resistenza a pubblico ufficiale. Gli accertamenti sono affidati al pm Patrizia Ciccarese, la stessa che ha preso parte all'udienza di convalida degli arresti di uno studente di destra del Blocco Studentesco e di un esponente di Rifondazione Comunista. I due, fermati mercoledì per gli scontri in piazza Navona, sono tornati in libertà dopo la convalida degli arresti. Yassir Goretz, 33 anni, di Rifondazione, e Michele Bauml, 19 anni, di Blocco Studentesco, sono stato giudicati per direttissima. Il primo è imputato di lesioni, per aver colpito un agente mentre si divincolava, e resistenza. Bauml soltanto di resistenza. Il processo per entrambi è fissato al 17 novembre.MILANO, A MIGLIAIA IN CENTRO - Decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato invece per il centro di Milano e si sono date appuntamento in piazza Duomo (guarda le foto). Secondo i responsabili di «Rete scuole», tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila; nessuna stima viene invece dalla Questura. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.
PROTESTE IN TUTTA ITALIA - Manifestazioni e cortei anche in molte altre città italiane. Gli universitari dell'Udu sono scesi in piazza per «rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi». Oltre a Milano e Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Palermo, Pavia e Torino. A Torino è partito da Palazzo Nuovo il corteo degli studenti universitari delle facoltà umanistiche, cui si sono uniti gli studenti delle scuole medie superiori, universitari di altre facoltà e i precari della ricerca. A Genova migliaia di studenti in corteo, presente anche il presidente della Regione Claudio Burlando. La protesta degli universitari e delle scuole superiori si è unita con quella delle scuole elementari e dei Cobas. I manifestanti hanno poi occupato i binari della stazione ferroviaria di Piazza Principe. A Bologna diverse migliaia di studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.
ALTRE CITTÀ - In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. Secondo la Flc Cgil molti istituti sono rimasti chiusi a Palermo e provincia. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 2mila studenti.
giovedì 30 ottobre 2008
Manifestazione del 30/10/2008, Cagliari
Si è conclusa senza incidenti e con la partecipazione di oltre 20 mila persone, arrivate da tutta l'isola, la manifestazione organizzata a Cagliari contro la legge Gelmini. Il corteo si è snodato per le principali via cittadine e i comizi finali si sono svolti nella piazza del Carmine dove la folla è rimasta nonostante un acquazzone che si è scatenato mentre intervenivano gli ultimi oratori. Cortei e proteste contro la Legge 133 anche a Nuoro ed in Gallura.CAGLIARI - Sotto il palco cagliaritano, insieme con altri esponenti politici regionali anche gli assessori regionali della Cultura e del Lavoro, Maria Antonietta Mongiu e Romina Congera. Lo stesso presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, ha raggiunto piazza del Carmine dove ha parlato con alcuni studenti. Nel corteo, aperto dai genitori e dai bambini della scuola elementare 'Corte Piscedda' di Capoterra che ha subito la disastrosa alluvione del 22 ottobre, hanno sfilato assieme genitori, docenti, studenti delle medie superiori e universitari. Secondo i sindacati la legge 133 significherà la chiusura del 50% dei 1600 istituti scolastici sardi, creando pendolarismo anche nelle classi di grado inferiore.
Anche le scuole galluresi sono scese in piazza per manifestare contro la legge 133: 2500 giovani e giovanissimi, accompagnati da insegnanti e genitori, hanno invaso le strade del centro di Olbia. Il corteo, aperto dai ragazzi delle scuole elementari, si è mosso da piazza Crispi alle 9:30, sfilando in via Re di Puglia, via Mameli, passando in via Principe Umberto e in corso Umberto davanti al Municipio. A Tempio Pausania sono stati più di un migliaio gli studenti che hanno partecipato al corteo. Anche qui il corteo, partito dal Parco delle Rimembranze, è stato aperto dai giovanissimi
delle elementari accompagnati dalle maestre.
Diverse migliaia di studenti, docenti, genitori e semplici cittadini hanno partecipato stamani a Nuoro alla manifestazione che è stata concordata dal movimento studentesco in coincidenza con la giornata di sciopero nazionale proclamata dai sindacati della scuola per protestare contro i tagli e la legge di riforma approvata ieri dal Parlamento. Analoghe manifestazioni si sono svolte in diversi centri della provincia, la più partecipata a Macomer. Quella di Nuoro è stata una sfilata pacifica che ha attraversato le vie del centro, toccando anche i palazzi del Comune e della Provincia e gli istituti superiori diventati il simbolo della protesta. La manifestazione ha rappresentato la sintesi di una settimana di mobilitazione che ha visto il blocco dell'attività didattica tradizionale in buona parte delle scuole cittadine. Ma la protesta - promettono gli studenti - proseguirà anche nei prossimi giorni.
mercoledì 29 ottobre 2008
Scuola, decreto approvato. La riforma ora è legge.
Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 contro e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non è stato modificato dai senatori e ora è legge. I ragazzi intanto restano davanti a Palazzo Madama: "la lotta continua". "Noi da qui non ce ne andiamo, Gelmini, Gelmini vaffa". Così gli studenti assembrati sotto Palazzo Madama hanno reagito alla notizia che è diventata legge la riforma Gelmini. "Continueremo al nostra lotta nelle Università e nelle scuole", proseguono gli studenti che intanto a migliaia hanno invaso la zona attorno al Senato fino a Corso Vittorio e Piazza delle Cinque Lune.
CAGLIARI. In città la protesta nell'università contro la legge 133, si è estesa da Lettere, Scienze politiche e Filosofia, a Medicina e al polo giuridico-economico, con occupazioni di aule e lezioni all'aperto, in particolare al Terrapieno e al Bastione Saint Remy. Ieri, dopo un'assemblea studentesca cui hanno assistito circa 700 persone compresi docenti e ricercatori, è stato occupato simbolicamente l'atrio della facoltà di economia e di giurisprudenza, senza blocco dell'attività didattica. Gli studenti in agitazione intendono organizzare eventi per sensibilizzare istituzioni e concittadini sulle condizioni dell'università e sull'impatto che la legge 133 potrebbe avere sul sistema. Fra le proposte emerse durante l'assemblea figurano l'apertura di un tavolo di concertazione con docenti ordinari, associati e ricercatori per coordinare la mobilitazione studentesca e concordare una controproposta, la suddivisione degli studenti in gruppi di lavoro e lezioni all'aperto. Alle 15 gli studenti riuniti sotto la sigla Unica-mente contro la 133 terranno un'assemblea generale d'ateneo in piazza del Carmine a Cagliari.
martedì 28 ottobre 2008
Tagliamo gli stipendi dei politici anzichè i fondi all'istruzione
L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall'art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006).
L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile - che, a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% - è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75).
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n.1261 del 1965.
La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.
A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.
Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).
Il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997.
In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.
L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata, in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965, in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Con delibera del 1993 il Consiglio di presidenza del Senato ha stabilito che tale misura fosse ridotta al 96% del predetto trattamento (analoga decisione è stata adottata alla Camera dei deputati).Per effetto delle disposizioni contenute nella legge finanziaria 2006, l'importo lordo dell'indennità ha subito inoltre una riduzione pari al 10 per cento.L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile spettante dal 2007 e destinato a rimanere invariato fino al 2012, secondo quanto disposto dalla legge finanziaria 2008, è pari a 5.613,59 euro al netto della ritenuta fiscale (€ 4.015,18), nonché delle quote contributive per l'assegno vitalizio, per l'assegno di solidarietà e per l'assistenza sanitaria. Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio, l'importo netto dell'indennità scende a 5.355,46 euro.
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965.La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 258,23 euro per ogni giorno in cui si svolga almeno una seduta dell'Assemblea con votazioni qualificate e verifiche del numero legale, se il Senatore non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.
A titolo di rimborso forfettario per le spese sostenute per le attività e i compiti connessi con lo svolgimento del mandato parlamentare, è previsto un contributo mensile di 4.678,36 euro, in parte (35% pari a 1.637,43 euro) erogato direttamente al Senatore ed in parte (65% pari a 3.040,93 euro) erogato al Gruppo parlamentare di appartenenza.
I Senatori usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.Per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese forfettario, il cui ammontare annuo è pari a 15.379,37 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 18.486,31 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Lazio, il rimborso è corrisposto nella misura di 7.689,68 euro.
I Senatori dispongono di una somma annua di 4.150 euro per le spese telefoniche, inclusi i servizi di connettività.
E' previsto il rimborso delle spese sanitarie ai Senatori (anche cessati dal mandato ovvero ai titolari di trattamento di reversibilità, nonché ai rispettivi familiari) iscritti al servizio di Assistenza Sanitaria Integrativa, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario che disciplinano tale Assistenza. Gli iscritti versano un contributo commisurato alle competenze mensili lorde (i Senatori in carica il 4,5% pari a euro 540,27; i titolari di assegni vitalizi il 4,7% dell'importo lordo) e quote aggiuntive per i familiari.
Il Senatore versa mensilmente al Fondo di solidarietà il 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari ora a 804,40 euro. Al termine del mandato parlamentare, il Senatore riceve l'assegno di solidarietà (anche denominato "di fine mandato"), che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).
Anche in questo caso, il Senatore versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari ora a 1.032,51 euro, piu il 2,15 per cento, come quota aggiuntiva per la reversibilità, pari a 258,13 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Presidenza.In base alle norme contenute in tale Regolamento, recentemente modificato, il Senatore cessato dal mandato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età, purché abbia svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni. Il limite di età è ridotto di 1 anno per ogni anno di mandato oltre il quinto, fino al limite inderogabile di 60 anni.Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il Senatore sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. Tale sospensione è stata estesa - a partire dal 1° gennaio 2008 - a tutti gli incarichi incompatibili con lo status di parlamentare, agli incarichi di Governo e a tutte le cariche di nomina governativa, parlamentare o di competenza degli enti territoriali, purché comportino un'indennità pari almeno al 40 per cento dell'indennità parlamentare.E' stata altresì approvata una nuova disposizione sulla misura degli assegni vitalizi, che si applicherà ai Senatori eletti per la prima volta a partire dalla prossima legislatura. Per effetto di tale disposizione regolamentare, l'importo dell'assegno vitalizio varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.
lunedì 27 ottobre 2008
Manifestazione del 27/10/2008, Roma
Dobbiamo restare uniti in questo momento così delicato: teniamo sempre a mente il motivo per cui stiamo manifestando.Roma - Si spaccano gli studenti, in corteo verso il Senato contro la riforma Gelmini. Destra contro sinistra. Nel frattempo, però, il Senato si appresta a votare il discusso decreto Gelmini. E l'esito pare scontato."«Approveremo il decreto Gelmini sulla scuola così com’è, senza modifiche rispetto al testo che è passato alla Camera". Lo dice il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto.
Famiglia Cristiana: "No al decreto" Studenti e professori "hanno seri motivi per protestare" secondo Famiglia cristiana. "Per i tagli indiscriminati che colpiscono il cuore pulsante di una nazione come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: 'Riforma della scuola' più prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti". "Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo" scrive in un editoriale del prossimo numero in edicola il settimanale dei Paolini. "Il bene della scuola (ma anche del Paese) - prosegue il corsivo - richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l'ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia".
Destra contro sinistra Si è diviso in due il corteo degli studenti medi partito da piazza della Repubblica per concludersi con un sit-in a piazza Venezia. A determinare la divisione - raccontano gli studenti dell'Uds - sono stati gli aderenti al Blocco studentesco, un'organizzazione di estrema destra, che ha preso la testa del corteo al grido di "Duce, Duce". A questo punto, gli studenti vicini alla sinistra hanno deciso di separarsi dal Blocco. Risultato: i giovani di destra si stanno dirigendo verso piazza Venezia per il sit-in, mentre lo spezzone con gli studenti di sinistra avrebbe deciso di dirigersi al ministero dell'Istruzione dove stanno confluendo altri ragazzi delle scuole medie romane.
La divisione Si è spaccato all’altezza di via Cavour il corteo che era partito alle 9 da piazza della Repubblica. Lo ha fatto sapere l'Uds. "Ad un tratto - ha raccontato Stefano dell'esecutivo nazionale dell'Uds, che partecipava al corteo - militanti di Blocco Studentesco, formazione vicina alla Fiamma Tricolore, a bordo di un camioncino con il megafono, hanno preso con la forza la testa del corteo, che era stato organizzato in maniera spontanea dagli studenti degli istituti del IV municipio". I promotori della manifestazione hanno tentato allora di distanziarsi dalla testa del corteo e, giunti a via dei Fori imperiali, invece di voltare verso piazza Venezia hanno tentato di voltare a sinistra verso il Colosseo, ma la deviazione non è stata autorizzata dalle forze dell’ordine, molti studenti non hanno capito che cosa stava succedendo e hanno continuato a seguire Blocco studentesco che ha organizzato un sit-in davanti al Senato. "Un corteo di un movimento in lotta contro la riforma Gelmini e i tagli alla finanziaria - conclude l’Uds - è stato strumentalizzato da gruppi di estrema destra, che hanno tentato di mettere il cappello ad un movimento antifascista, proprio loro che hanno votato chi sta al governo".
Posizione degli studenti universitari sulla legge 133
Riteniamo questa legge antidemocratica e anticostituzionale in quanto viola i seguenti articoli della Costituzione:
art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.L’attuazione della Legge 133/08 attuazione creerebbe necessariamente un solco fra istituzioni pubbliche e fondazioni private, portando ad una vera e propria distinzione di classe tra abbienti e non abbienti.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
art. 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse la piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, le università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
art. 34 La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Inoltre una grossissima fetta del corpo docenti verrà tagliata fuori dall’organico a causa dell’abbassamento del turn-over, peggiorando esponenzialmente la situazione attuale, già grave per il mancato rinnovo di contratti di determinate categorie, quali ricercatori, lettori e così via.
Citando le parole del nostro Magnifico Rettore : “ Solo quest’anno per 68 docenti che hanno chiesto il pensionamento ne saranno assunti 12.” La citazione si commenta da sola.
Questa non è che una parte delle ragioni per cui portiamo avanti questa mobilitazione, ma troviamo inutile dilungarci eccessivamente in questo senso, quando è chiaro che il sapere debba essere un diritto di tutti e non solo di chi se lo può permettere.
Con questa lettera aperta miriamo alla sensibilizzazione di tutta la cittadinanza, di tutta la cittadinanza, di tutte le famiglie che verranno prima o poi coinvolte in questo triste e buio capitolo della cultura italiana.
Concludendo, riteniamo che questi problemi necessitino maggior visibilità, in relazione alla loro gravità. Abbiamo quindi trovato necessario scrivervi, per ribadire il nostro dissenso: auspichiamo che abbiate un ruolo più attivo nel coinvolgere la cittadinanza in un problema che parte si dall’università e dall’istruzione italiana, ma che riguarda tutta la società civile.
Gli studenti sardi
L' università di Cagliari protesta
I docenti e i ricercatori della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari condividono le forti preoccupazioni e l’opposizione alla Legge n. 133/2008, espresse nel documento approvato dal Senato Accademico il 9 ottobre scorso. Ritengono di dover manifestare la propria protesta con un segnale forte agli studenti e alla cittadinanza, ma secondo modi coerenti all’impegno in attività formative che rappresentano un dovere per il docente e un diritto per lo studente. Ritengono pertanto di dover rimodulare la propria attività didattica da oggi fino al 29 ottobre prossimo, sostituendo le lezioni frontali programmate nell’arco del semestre con altre attività formative quali dibattiti, tavole rotonde, laboratori, seminari, lezioni in piazza su temi connessi alla Legge n. 133/2008, al futuro dell’Università pubblica italiana, alla coscienza dei temi etici, filosofici e civili, alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla letteratura, alla storia, al teatro e al cinema, secondo il calendario allegato. L’intento è quello di portare docenti, ricercatori e studenti fuori dalla Facoltà, per esprimere la protesta ma anche per dichiarare l’importanza della formazione universitaria, nei confronti dell’intera società. L’intento è anche quello di riuscire a portare la cittadinanza dentro la Facoltà, perché possa partecipare attivamente alla costruzione di un progetto culturale condiviso. Alle iniziative collaboreranno anche docenti e ricercatori delle altre Facoltà: fra le altre, Scienze della Formazione, Scienze politiche, Economia, Giurisprudenza. A partire dal 3 novembre le lezioni frontali riprenderanno secondo la programmazione semestrale, affiancate da iniziative in linea con quelle già intraprese.
Per informazioni:
Presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia, preslett@unica.it, 070/6757004
Calendario delle iniziative promosse dalla Facoltà di Lettere e Filosofia:
-Venerdì 24
Aule 15, 16, 17
h 15.30
La legge n.133 e le sue ricadute sull’Università di Cagliari
Laboratorio di approfondimento
Aula Magna delle lauree
h 17.30
Chiamalo pure amore, libro di Maria Giacobbe, presentazione a cura di Cristina Lavinio e Franco Mannoni
-Sabato 25
Aule 15, 16, 17
h 10.00
Ambiente, paesaggio, territorio: concetti geopolitici?
Tavola rotonda a cura di Antonio Loi, Fabio Parascandolo, Marcello Tanca
Bastione di Saint-Remy
h 16.30
Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia
Lezione di Roberto Coroneo
-Domenica 26
Piazza Sorcinelli
h 10.00
Il caso Tuvixeddu
Lezione di Alfonso Stiglitz
-Lunedì 27
Bastione di Saint-Remy
h 10.00
Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica
Lezione di Claudio Natoli
h 10.30
Pace e diritti umani
Lezione di Annamaria Loche
h 11.00
Educazione linguistica democratica
Lezione di Cristina Lavinio
Gradinata d’ingresso al corpo centrale
h 14.00
La musica delle pietre
Performance sonora di Pinuccio Sciola
Aula Magna delle lauree
h 16.30
Idee di Letteratura
Seminario a cura di Maurizio VirdisERSU,
Sala Cosseddu
h 20.30
Fahrenheit 451, un film di François Truffaut (1966)
Proiezione e dibattito a cura e David Bruni e Antioco Floris
-Martedì 28
Aula Magna delle lauree
h 9.00
Idee di Letteratura Seminario a cura di Maurizio Virdis
Partenza dal Bastione di Santa Caterina
h 12.00
Per vie della città di Cagliari
Laboratorio cartografico itinerante a cura di Isabella Zedda
Gradinata d’ingresso al corpo centrale
h 14.00
In viaggio con Erodoto
Lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino
Aula 15
h 16.00 Forme e modalità del discorso persuasivo
Lezione di Giulio Paulis
h 17.00
La funzione critica della ragioneTavola rotonda con Maria Teresa Marcialis, Pierluigi Lecis, Francesca CrastaERSU,
Sala Cosseddu
h 20.30
Essere e avere, un film di Nicolas Philibert (2002)
Proiezione e dibattito a cura e David Bruni e Antioco Floris
-Mercoledì 29
Piazza del Carmine
h 10.00
Il futuro dell’università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private?
Laboratorio di approfondimento
domenica 26 ottobre 2008
Album Fotografico della Manifestazione 25/10/2008, San Gavino
Ringraziamo tutte le persone che ci hanno inviato le loro foto e vi esortiamo un'altra volta ad inviarci quanto più materiale possibile.
p.s. Per i video della manifestazione ci vorrà ancora un po' di tempo, vi chiediamo di avere pazienza.
Alcuni spunti di riflessione sull' articolo della Manifestazione del 25 Ottobre, San Gavino
Vorrei provare a sviluppare i punti indicati nell'articolo precedente..A questo punto lascio a voi la parola.
Penso sia necessaria una riflessione sicuramente più contenutistica e propositiva di quanto non si sia fatto nei giorni precedenti, anche cercando di approfondire i punti, la connettività di tali punti in uno sviluppo prossimo e le varie contingenze.
Al tempo stesso penso bisogna anche chiarire il perchè ieri vi fossero sigle sindacali e politiche.
Nei giorni scorsi molto del supporto materiale ed umano ci è stato offerto proprio da chi ieri ha chiesto un suo spazio a fine corteo per far sentire la propria protesta insieme a noi e da chi, forse unico, può portare in sedi istituzionali le nostre rivendicazioni.Sempre nei giorni scorsi è stato possibile diffondere e ampliare le adesioni alla nostra mobilitazione grazie a chi ci ha offerto carta, fotocopiatori e anche braccia per distribuire tali materiali.Così come va riconosciuto il merito a chi, senza troppe pubblicità, ci offre i locali per le nostre riunioni pomeridiane e la piena disponibilità a un supporto economico alle nostre battaglie, che anche di questo necessitano.
Non si tratta quindi di "inserire il proprio cappello ideologico" a una nostra mobilitazione, ma di sentire l'internità alla rivendicazione stessa. Diversamente tali sindacati o forze politiche si sarebbero presentati unicamente nel corteo, abbandonandoci nella costruzione della mobilitazione.
Concordo con chi dice che la mobilitazione sia degli studenti, ma in quanto rivendicazioni, anche politiche, esse trovano un loro spazio anche in un campo maggiormente condiviso che è ovviamente quello socio-politico-istituzionale. E sarebbe forse opportuno coinvolgere chiunque,da qualsiasi schieramento, ci venga incontro ed offra spontaneamente il suo aiuto, in maniera quanto più possibile disinteressata.
Vi è inoltre un altro punto che ho più volte provato a far notare.
La nostra mobilitazione ha senso e può aspirare a qualcosa di più, solo nella misura in cui si dimostra capace di coinvolgere il numero maggiore di persone e stratificazioni sociali che siano capaci di sentire propria la nostra richiesta. Dobbiamo saper sfruttare la situazione conflittuale come collante per la costruzione di un blocco sociale trasversale che sappia indicare quale idea abbiamo noi di Scuola, la quale contiene senz'ombra di dubbio anche una sua idea di società.
Una Scuola inclusiva, che sappia trarre valore dalle differenze culturali e religiose ma laica.Una scuola di tutti e tutte, che sia realmente garantita e gratuita.Una scuola di qualità. Una scuola che non sia funzionale agli interessi imprenditoriali ma che sia funzionale alla creazione dell'Uomo.
Che rivendichi, insieme all"ingresso meritocratico nel sistema del lavoro" anche il DIRITTO al lavoro.
Penso inoltre che il corteo di ieri mattina abbia avuto un successo enorme, sia stato qualcosa di veramente magnifico e costituisca punto di partenza della nostra azione prossima ventura.
Cerchiamo di lavorare di più, discutere di più e abolire sterili discussioni che possano frammentare un organismo che fino ad ora ha dimostrato di essere impeccabile.
Complimenti a tutti!
Simone Angei
Chiunque voglia intervenire dando la propria opinione, può farlo nell'apposito topic del nostro Forum.
Manifestazione del 25/10/2008, San Gavino
Oltre 3000 studenti provenienti dagli 11 istituti superiori del Medio Campidano hanno marciato tutti insieme per dire un secco no alla legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è partito poco dopo le 9:30 in via Roma dal piazzale posto di fronte all'ospedale a suon di slogan cantati e urlati e di lunghissimi striscioni come quello portato dagli studenti del liceo scientifico «La nostra scuola non è in vendita» e magliette con la scritta «Per un diritto allo studio».E' risaputo che l'autocritica sia l'unico strumento efficace per potersi migliorare; anche per questo motivo dobbiamo fermarci e riflettere sulla manifestazione del 25/10/2008.
Nel corteo hanno sfilato con la fascia tricolore i sindaci di San Gavino, Samassi, Serrenti e Guspini, il vicepresidente della provincia, gli amministratori e i sindacalisti della Cgil. Numerosi gli studenti del pedagogico e del liceo classico: «Siamo convinti - dicono Federico e Luca - che insieme potremo cambiare qualcosa».
Ci sono anche genitori: «La situazione che si è creata è piuttosto tragica - dice Annalisa - i ragazzi vanno guidati ed è gravissimo tagliare le ore di lezione». C'è anche una piccola delegazione di studenti universitari: «Noi - dice Silvia Deidda, iscritta in psicologia - saremo i primissimi a perdere qualcosa». Sulla stessa linea Chiara e e Mauro: «Il diritto allo studio deve rimanere per tutti». A fare le spese dei tagli sono stati gli studenti del serale dell'alberghiero di Villamar: «Per due anni - dice Roberta Ibba, una mamma - abbiamo frequentato la sera, ma adesso il corso è stato soppresso». Intanto il corteo si conclude in piazza Melas: «Non abbiamo intenzione di mollare - dice simone Angei (liceo scientifico) uno degli organizzatori.
La grande partecipazione da parte degli studenti del Medio Campidano ci da' speranza e ci rincuora, ma ci fa capire che c'è ancora molto lavoro da fare.
A nostro avviso, nelle future manifestazioni sarebbe meglio concentrarsi di più sul tema trattato che sugli schieramenti politici, che non si addiccono ad una manifestazione studentesca onnirappresentativa, sostenuta da ragazzi dalle ideologie e dalle opinioni differenti.
Pochi erano i cori che rivendicavano i nostri diritti, di più quelli politici e ancor di più quelli di scherno verso il ministro.
Dobbiamo scendere in piazza come studenti a cui è stato negato un diritto costituzionale: il diritto allo studio, alla nostra formazione e all'accesso meritocratico nel mondo del lavoro.
In ogni caso, sono d'obbligo i ringraziamenti verso gli organizzatori della manifestazione, che con il loro impegno e con il loro lavoro hanno reso possibile questo primo incontro tra gli studenti del Medio Campidano mobilitati per fermare la riforma Gelmini-Tremonti.
Dite la vostra.
venerdì 24 ottobre 2008
Marco Travaglio ad Annozero - 23 Ottobre 2008
Marco Travaglio sugli scandalosi tagli all'istruzione.
Calamandrei: un' ipotesi ancora attuale?
Cosa non va nella riforma
- L’ annullamento del tempo pieno con conseguente riduzione d’ orario da 40 a 24 ore settimanali nelle elementari;
- L’ annullamento dei corsi sperimentali negli istituti superiori;
- Un taglio di 8 miliardi al bilancio per l’istruzione pubblica (il bilancio italiano è tra i più bassi d’ Europa), mentre aumenteranno i finanziamenti per le scuole private;
- Una riduzione del servizio di sostegno per i diversamente abili;
- Una riduzione delle sedi scolastiche, specialmente nei piccoli centri;
- L’ accorpamento delle classi fino a 32 alunni;
- Riduzione del turn over degli insegnanti (ci saranno quasi 90.000 insegnanti in meno): nel 2009 su 10 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto; nel 2010-2011 su 5 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto; nel 2012 su 2 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto;
- Una riduzione del turn over personale ATA (ci saranno quasi 44.000 ausiliari e tecnici amministrativi in meno)
- Il maestro unico alle elementari (nonostante la nostra scuola primaria sia tra le migliori del mondo);
- Un taglio di 500 milioni di euro dei finanziamenti statali per la ricerca (FFO) in 3 anni;
- La possibilità delle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato:
questo significa che l’università sarà finanziata da enti privati, che investiranno esclusivamente nei campi di loro interesse. Ci sarà un aumento delle tasse universitarie che potranno raggiungere i 6-7.000 euro annui e una riduzione dei numeri dei corsi.