mercoledì 19 novembre 2008

Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari

COMUNICATO STAMPA CONSULTA STUDENTI DI CAGLIARI:

Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari

La scuola italiana, in ogni suo ramo, attraversa un periodo di forte difficoltà. Tale difficoltà, confermata dall'analisi dei dati OCSE PISA, pervenuti lo scorso anno, ci consegna il difficile compito di trovare rimedi ad un'istituzione che è fortemente malata, ma che pensiamo abbia nella sua intima struttura, le soluzioni e i farmaci adatti a curarla da tale patologia.

È infatti da diversi anni che il sistema pubblico viene continuamente messo in gioco, vilipendiato dai governi che si sono succeduti, ognuno a sua volta convinto di perseguire un “interesse generale”, purtroppo mai coincidente con quello che è invece l'interesse specifico della nostra scuola.

È cosi che allora ci sono state imposte dall'alto la Zecchino-Berlinguer, aprifila nella definizione di quell'”autonomia scolastica” oggi tanto decantata e nell'idea che si potessero finanziare anche gli istiuti privati e confessionali, ormai “parificati” a quelli del settore pubblico. È così che progressivamente una massa enorme di denaro è stata negata alla scuola, nelle forme più disparate, per essere investita altrove. Siamo passati per la “riforma” Moratti, che contestammo nella sua idea classista e fortemente elitaria. Arriviamo oggi a quello che è forse un punto di non-ritorno per il settore pubblico.

Il disegno di scuola che il governo persegue prevede un taglio di oltre otto miliardi di euro nell'arco di tre anni. Oltre a confermare la recessione economica nel nostro paese, con quasi duecentomila licenziamenti tra personale docente e ausiliario e il blocco delle assunzioni, prospetta una scuola lasciata a se, priva dei necessari finanziamenti che la possano far sopravvivere.

Ma è nel metodo e nel merito che contestiamo tale “controriforma” o per meglio dire “restaurazione”, sancita per botte di decreto legge e approvata come leggi della Repubblica 133 e 137.
Essa infatti è stata portata avanti come un'operazione verticistica, senza il dialogo ne all'interno del parlamento ne tantomeno tra le parti chiamate in causa: docenti, genitori e studenti.

La consulta degli studenti, organismo istituzionale chiamato a discutere e portare il proprio parere in merito alle decisioni nell'ambito scolastico, non è stata convocata, ne si pensa per ora una sua convocazione su un terreno di discussione che è quello del Consiglio Nazionale dei Presidenti.
La CPS di Cagliari intende perciò esprimere il proprio forte disappunto su tali scelte del governo.

Riteniamo che la scuola sia un bene di tutta la collettività, sulla quale la collettività stessa debba intervenire anche economicamente, per garantire a tutti, secondo i principi costituzionali, l'accesso ai saperi e alla cultura, nell'idea della promozione sociale che da ciò deriva. Riteniamo altresì che la nostra sia una rivendicazione ben concreta e precisa, di un modello di scuola che sappia essere più inclusivo, escludendo a priori l'idea di classi differenziate nel settore elementare, corretto, senza l'adozione del voto in condotta quale misura repressiva nei confronti di chi la scuola la vive, gratuito e democratico. Chiediamo insomma quella scuola che la nostra Costituzione ci garantisce e che invece ci viene negata, chiediamo una scuola che sia garante della democrazia e della sicurezza sociale nei paesi e nelle città più di quanto non sappia farlo una caserma o un plotone dell'esercito. Riteniamo che sia la scuola l'unico spazio di salvaguardia del sistema democratico, in una congiuntura economica che mette in crisi l'intero sistema di produzione capitalistico, legato alla speculazione finanziaria, e che conseguentemente produrrà una forte svalutazione del valore sociale di qualsiasi titolo di studio, è necessario recuperare lo spazio anche fisico e insieme sociale e umano all'interno del quale è viva la discussione e il confronto e in cui non è presente mercificazione alcuna.
Per tali motivi ci muoveremo sul terreno di critica e proposta, partecipando alle assemblee coi nostri rappresentanti delegati dall'organismo e nella figura del Presidente, portando avanti le nostre proposte nelle sedi istituzionali opportune, e chiedendo in continuazione l'apertura di un tavolo di discussione che possa finalmente mettere in collegamento le parti sociali che gravitano intorno alla scuola.

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