venerdì 31 ottobre 2008

Aiutateci a crescere

Qui di seguito trovate i banner "pubblicitari" di Scuola Migliore.
  • Per aggiungere un banner al vostro sito/blog copiate il codice HTML che trovate nella casella "bianca" di fianco al vostro banner preferito.
  • Per aggiungere un banner alla vostra firma su un forum copiate il codice BBCODE che trovate nella casella "gialla" di fianco al vostro banner preferito.
BannerCodice

Grazie per l'attenzione.

Resoconto della Manifestazione Nazionale del 30 Ottobre 2008

Dal Corriere della Sera.it:

ROMA - Dopo la conversione in legge del decreto Gelmini e le proteste spontanee degli studenti in molte città d'Italia, è stato il giorno dello sciopero nazionale indetto dai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil), Snals e Gilda. Roma ha ospitato la grande manifestazione partita da piazza della Repubblica con studenti, insegnanti, famiglie. Secondo gli organizzatori i manifestanti erano un milione. Cortei e proteste anche in molte altre città italiane.

VELTRONI IN TESTA - In testa al corteo romano, partito intorno alle 9.30 da piazza della Repubblica, Walter Veltroni e Guglielmo Epifani. «Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico» ha detto il leader del Pd. «A Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita a una straordinaria manifestazione di popolo - ha sottolineato -. Il governo deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno». Silvio Berlusconi non ha tardato a replicare parlando di «sinistra scandalosa» in merito alla manifestazione odierna: «Vedo una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità».

EPIFANI E BONANNI - Epifani ha tenuto il comizio finale in piazza del Popolo. Prima degli interventi il pubblico ha riservato una raffica di fischi e boato assordante ai ministri Gelmini e Brunetta. Il segretario della Cgil ha parlato di «un'intero paese che insorge». «State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani - ha detto Epifani nel suo intervento -. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà». Epifani ha quindi rimproverato al governo di aver mascherato con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Anche per Bonanni, intervenuto sullo stesso palco, i tagli al sistema scolastico sono solo un modo «per mascherare la controriforma in atto». Bonanni ha chiesto al governo di «riaprire un confronto con i sindacati, gli enti locali e le famiglie, perché la scuola non può essere diretta come una azienda». Anche Di Pietro era presente alla manifestazione. Per il Pd hanno sfilato anche Anna Finocchiaro e Mariapia Garavaglia.

CORTEO DIVISO IN TRE - In apertura del corteo lo striscione «Uniti per la scuola di tutti». E poi tante bandiere e palloncini colorati. Studenti, insegnanti e dirigenti scolastici sono arrivati da tutta Italia con centinaia di pullman e treni speciali, nonostante il brutto tempo e la pioggia. Tanti anche gli scolari delle elementari e medie. Gli organizzatori hanno spiegato che il corteo si è diviso in tre parti «per ragioni di spazio», a causa dell’enorme afflusso di persone: il primo, quello dei sindacati, arrivato primo in piazza del Popolo, il secondo degli universitari che ha raggiunto la sede del ministero dell'Istruzione e un terzo alla Magliana, dato che non ha potuto arrivare in centro. Alta l’adesione allo sciopero secondo i sindacati, con il 90% delle scuole pubbliche italiane chiuse. Secondo il ministero dell'Istruzione (dati parziali rilevati alle 14.30) la partecipazione è stata del 57,1%: su 452.105 dipendenti 258.152 hanno incrociato le braccia. La manifestazione si è conclusa in piazza del Popolo con i comizi finali e le note dell'inno di Mameli.

PROBLEMI AL TRAFFICO - Il corteo ha attraversato via Emanuele Orlando, largo di Santa Susanna, piazza Barberini, via Sistina, Trinità dei Monti. Complice la violenta pioggia e i limiti alla circolazione, il traffico a Roma è stato particolarmente intenso con veri e propri ingorghi a ridosso del centro. Disagi anche per il trasporto pubblico con la deviazione di 27 linee bus e la chiusura della fermata di piazza di Spagna. Dalle 10 è stata chiusa anche la stazione Repubblica della metropolitana, poi riaperta alle 14.45. Più di venti pullman provenienti da Siena sono rimasti fermi sul raccordo anulare e hanno deciso di inscenare una protesta sul luogo, vista l'impossibilità di arrivare in piazza del Popolo.

PRESIDIO - Il corteo romano contro la legge Gelmini ha avuto un epilogo movimentato quando alcune migliaia di universitari, invece di riunirsi al serpentone principale, si è diretto verso la sede del ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere. Lì è stato organizzato un presidio, cui si sono uniti studenti delle scuole superiori e di altri atenei, e c'è stato un lancio di uova e fumogeni contro i poliziotti schierati. La Questura ha fatto sapere che tra i manifestanti si erano infiltrati degli anarchici e sarebbero loro gli autori dell'attacco agli agenti. Questi non hanno reagito e, subito dopo, altri studenti hanno creato un cordone di sicurezza per evitare ulteriori tensioni. «Gelmini arrenditi, sei circondata» hanno gridato i manifestanti. Slogan anche contro Berlusconi e il governo. «Siamo l'onda che vi travolge» si leggeva nello striscione degli universitari. Gli studenti hanno poi srotolato un nastro bianco e rosso di fronte all'ingresso principale del ministero per chiudere simbolicamente il dicastero. Poi il corteo ha ripreso a muoversi in direzione della stazione Trastevere.

15 INDAGATI - Intanto, per gli scontri di piazza Navona la procura di Roma ha iscritto quindici persone nel registro degli indagati. Il fascicolo processuale prende in esame i reati di porto di armi improprie e di resistenza a pubblico ufficiale. Gli accertamenti sono affidati al pm Patrizia Ciccarese, la stessa che ha preso parte all'udienza di convalida degli arresti di uno studente di destra del Blocco Studentesco e di un esponente di Rifondazione Comunista. I due, fermati mercoledì per gli scontri in piazza Navona, sono tornati in libertà dopo la convalida degli arresti. Yassir Goretz, 33 anni, di Rifondazione, e Michele Bauml, 19 anni, di Blocco Studentesco, sono stato giudicati per direttissima. Il primo è imputato di lesioni, per aver colpito un agente mentre si divincolava, e resistenza. Bauml soltanto di resistenza. Il processo per entrambi è fissato al 17 novembre.

MILANO, A MIGLIAIA IN CENTRO - Decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato invece per il centro di Milano e si sono date appuntamento in piazza Duomo (guarda le foto). Secondo i responsabili di «Rete scuole», tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila; nessuna stima viene invece dalla Questura. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.

PROTESTE IN TUTTA ITALIA - Manifestazioni e cortei anche in molte altre città italiane. Gli universitari dell'Udu sono scesi in piazza per «rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi». Oltre a Milano e Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Palermo, Pavia e Torino. A Torino è partito da Palazzo Nuovo il corteo degli studenti universitari delle facoltà umanistiche, cui si sono uniti gli studenti delle scuole medie superiori, universitari di altre facoltà e i precari della ricerca. A Genova migliaia di studenti in corteo, presente anche il presidente della Regione Claudio Burlando. La protesta degli universitari e delle scuole superiori si è unita con quella delle scuole elementari e dei Cobas. I manifestanti hanno poi occupato i binari della stazione ferroviaria di Piazza Principe. A Bologna diverse migliaia di studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.

ALTRE CITTÀ - In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. Secondo la Flc Cgil molti istituti sono rimasti chiusi a Palermo e provincia. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 2mila studenti.

giovedì 30 ottobre 2008

Album Fotografico della Manifestazione 30/10/2008, Cagliari


Link agli Albums Fotografici

Manifestazione del 30/10/2008, Cagliari

Da Sardegna Oggi:
Si è conclusa senza incidenti e con la partecipazione di oltre 20 mila persone, arrivate da tutta l'isola, la manifestazione organizzata a Cagliari contro la legge Gelmini. Il corteo si è snodato per le principali via cittadine e i comizi finali si sono svolti nella piazza del Carmine dove la folla è rimasta nonostante un acquazzone che si è scatenato mentre intervenivano gli ultimi oratori. Cortei e proteste contro la Legge 133 anche a Nuoro ed in Gallura.

CAGLIARI - Sotto il palco cagliaritano, insieme con altri esponenti politici regionali anche gli assessori regionali della Cultura e del Lavoro, Maria Antonietta Mongiu e Romina Congera. Lo stesso presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, ha raggiunto piazza del Carmine dove ha parlato con alcuni studenti. Nel corteo, aperto dai genitori e dai bambini della scuola elementare 'Corte Piscedda' di Capoterra che ha subito la disastrosa alluvione del 22 ottobre, hanno sfilato assieme genitori, docenti, studenti delle medie superiori e universitari. Secondo i sindacati la legge 133 significherà la chiusura del 50% dei 1600 istituti scolastici sardi, creando pendolarismo anche nelle classi di grado inferiore.

Anche le scuole galluresi sono scese in piazza per manifestare contro la legge 133: 2500 giovani e giovanissimi, accompagnati da insegnanti e genitori, hanno invaso le strade del centro di Olbia. Il corteo, aperto dai ragazzi delle scuole elementari, si è mosso da piazza Crispi alle 9:30, sfilando in via Re di Puglia, via Mameli, passando in via Principe Umberto e in corso Umberto davanti al Municipio. A Tempio Pausania sono stati più di un migliaio gli studenti che hanno partecipato al corteo. Anche qui il corteo, partito dal Parco delle Rimembranze, è stato aperto dai giovanissimi
delle elementari accompagnati dalle maestre.

Diverse migliaia di studenti, docenti, genitori e semplici cittadini hanno partecipato stamani a Nuoro alla manifestazione che è stata concordata dal movimento studentesco in coincidenza con la giornata di sciopero nazionale proclamata dai sindacati della scuola per protestare contro i tagli e la legge di riforma approvata ieri dal Parlamento. Analoghe manifestazioni si sono svolte in diversi centri della provincia, la più partecipata a Macomer. Quella di Nuoro è stata una sfilata pacifica che ha attraversato le vie del centro, toccando anche i palazzi del Comune e della Provincia e gli istituti superiori diventati il simbolo della protesta. La manifestazione ha rappresentato la sintesi di una settimana di mobilitazione che ha visto il blocco dell'attività didattica tradizionale in buona parte delle scuole cittadine. Ma la protesta - promettono gli studenti - proseguirà anche nei prossimi giorni.

mercoledì 29 ottobre 2008

Roma - Scontri in Piazza Navona


Lascio a voi i commenti.

Scuola, decreto approvato. La riforma ora è legge.

Dall'Unione Sarda.it:
Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 contro e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non è stato modificato dai senatori e ora è legge. I ragazzi intanto restano davanti a Palazzo Madama: "la lotta continua". "Noi da qui non ce ne andiamo, Gelmini, Gelmini vaffa". Così gli studenti assembrati sotto Palazzo Madama hanno reagito alla notizia che è diventata legge la riforma Gelmini. "Continueremo al nostra lotta nelle Università e nelle scuole", proseguono gli studenti che intanto a migliaia hanno invaso la zona attorno al Senato fino a Corso Vittorio e Piazza delle Cinque Lune.

CAGLIARI.
In città la protesta nell'università contro la legge 133, si è estesa da Lettere, Scienze politiche e Filosofia, a Medicina e al polo giuridico-economico, con occupazioni di aule e lezioni all'aperto, in particolare al Terrapieno e al Bastione Saint Remy. Ieri, dopo un'assemblea studentesca cui hanno assistito circa 700 persone compresi docenti e ricercatori, è stato occupato simbolicamente l'atrio della facoltà di economia e di giurisprudenza, senza blocco dell'attività didattica. Gli studenti in agitazione intendono organizzare eventi per sensibilizzare istituzioni e concittadini sulle condizioni dell'università e sull'impatto che la legge 133 potrebbe avere sul sistema. Fra le proposte emerse durante l'assemblea figurano l'apertura di un tavolo di concertazione con docenti ordinari, associati e ricercatori per coordinare la mobilitazione studentesca e concordare una controproposta, la suddivisione degli studenti in gruppi di lavoro e lezioni all'aperto. Alle 15 gli studenti riuniti sotto la sigla Unica-mente contro la 133 terranno un'assemblea generale d'ateneo in piazza del Carmine a Cagliari.

martedì 28 ottobre 2008

Tagliamo gli stipendi dei politici anzichè i fondi all'istruzione

Forse il ministro Tremonti avrebbe dovuto ridurre gli stipendi dei parlamentari, anzichè eliminare i fondi statali verso le università. In questo periodo, però, tra gli studenti si stanno diffondendo molte mail-bufala sugli stipendi dei Parlamentari.
Ecco allora i dati ufficiali presi del sito della camera e dal sito del senato:

CAMERA

Indennità parlamentare (stipendio)
L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall'art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006).
L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile - che, a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% - è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio ( 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75).

Diaria
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n.1261 del 1965.
La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori
A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.
Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.

Spese di trasporto e spese di viaggio
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

Soppressione dei rimborsi per i viaggi di studio all'estero
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 23 luglio 2007 il rimborso delle spese sostenute dai deputati per viaggi all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare è stato soppresso a decorrere dal 1° gennaio 2008.

Spese telefoniche
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio
Il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997.
In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.
(Deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 23 luglio 2007)
1) Per i deputati eletti per la prima volta a decorrere dalla XVI legislatura l'importo dell'assegno vitalizio varierà da un minimo del 20 per cento ad un massimo del 60 per cento.
2) A decorrere dalla XVI legislatura è stata soppressa la facoltà per il deputato di riscattare, mediante contribuzione volontaria, gli anni di mandato non esercitati in caso di legislature incomplete. A seguito di tale soppressione i periodi di versamento dei contributi coincidono necessariamente con gli anni effettivi di mandato.
3) La sospensione del pagamento dell'assegno vitalizio è stata estesa al caso in cui il titolare del vitalizio assuma successivamente al 1° gennaio 2008 cariche pubbliche che prevedano una indennità il cui importo sia pari o superiore al 40 per cento dell'indennità parlamentare; alla sospensione non si procede qualora l'interessato opti per l'assegno vitalizio in luogo dell'indennità.

SENATO

Indennità parlamentare
L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata, in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965, in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Con delibera del 1993 il Consiglio di presidenza del Senato ha stabilito che tale misura fosse ridotta al 96% del predetto trattamento (analoga decisione è stata adottata alla Camera dei deputati).Per effetto delle disposizioni contenute nella legge finanziaria 2006, l'importo lordo dell'indennità ha subito inoltre una riduzione pari al 10 per cento.L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile spettante dal 2007 e destinato a rimanere invariato fino al 2012, secondo quanto disposto dalla legge finanziaria 2008, è pari a 5.613,59 euro al netto della ritenuta fiscale (€ 4.015,18), nonché delle quote contributive per l'assegno vitalizio, per l'assegno di solidarietà e per l'assistenza sanitaria. Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio, l'importo netto dell'indennità scende a 5.355,46 euro.

Diaria
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965.La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 258,23 euro per ogni giorno in cui si svolga almeno una seduta dell'Assemblea con votazioni qualificate e verifiche del numero legale, se il Senatore non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso delle spese per lo svolgimento del mandato parlamentare
A titolo di rimborso forfettario per le spese sostenute per le attività e i compiti connessi con lo svolgimento del mandato parlamentare, è previsto un contributo mensile di 4.678,36 euro, in parte (35% pari a 1.637,43 euro) erogato direttamente al Senatore ed in parte (65% pari a 3.040,93 euro) erogato al Gruppo parlamentare di appartenenza.

Spese di trasporto e spese di viaggio
I Senatori usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.Per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese forfettario, il cui ammontare annuo è pari a 15.379,37 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 18.486,31 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Lazio, il rimborso è corrisposto nella misura di 7.689,68 euro.

Spese telefoniche
I Senatori dispongono di una somma annua di 4.150 euro per le spese telefoniche, inclusi i servizi di connettività.

Assistenza sanitaria integrativa
E' previsto il rimborso delle spese sanitarie ai Senatori (anche cessati dal mandato ovvero ai titolari di trattamento di reversibilità, nonché ai rispettivi familiari) iscritti al servizio di Assistenza Sanitaria Integrativa, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario che disciplinano tale Assistenza. Gli iscritti versano un contributo commisurato alle competenze mensili lorde (i Senatori in carica il 4,5% pari a euro 540,27; i titolari di assegni vitalizi il 4,7% dell'importo lordo) e quote aggiuntive per i familiari.

Assegno di solidarietà (a fine mandato)
Il Senatore versa mensilmente al Fondo di solidarietà il 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari ora a 804,40 euro. Al termine del mandato parlamentare, il Senatore riceve l'assegno di solidarietà (anche denominato "di fine mandato"), che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio
Anche in questo caso, il Senatore versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari ora a 1.032,51 euro, piu il 2,15 per cento, come quota aggiuntiva per la reversibilità, pari a 258,13 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Presidenza.In base alle norme contenute in tale Regolamento, recentemente modificato, il Senatore cessato dal mandato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età, purché abbia svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni. Il limite di età è ridotto di 1 anno per ogni anno di mandato oltre il quinto, fino al limite inderogabile di 60 anni.Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il Senatore sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. Tale sospensione è stata estesa - a partire dal 1° gennaio 2008 - a tutti gli incarichi incompatibili con lo status di parlamentare, agli incarichi di Governo e a tutte le cariche di nomina governativa, parlamentare o di competenza degli enti territoriali, purché comportino un'indennità pari almeno al 40 per cento dell'indennità parlamentare.E' stata altresì approvata una nuova disposizione sulla misura degli assegni vitalizi, che si applicherà ai Senatori eletti per la prima volta a partire dalla prossima legislatura. Per effetto di tale disposizione regolamentare, l'importo dell'assegno vitalizio varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.

lunedì 27 ottobre 2008

Manifestazione del 27/10/2008, Roma

Da ilGiornale.it:

Roma - Si spaccano gli studenti, in corteo verso il Senato contro la riforma Gelmini. Destra contro sinistra. Nel frattempo, però, il Senato si appresta a votare il discusso decreto Gelmini. E l'esito pare scontato."«Approveremo il decreto Gelmini sulla scuola così com’è, senza modifiche rispetto al testo che è passato alla Camera". Lo dice il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto.

Famiglia Cristiana: "No al decreto" Studenti e professori "hanno seri motivi per protestare" secondo Famiglia cristiana. "Per i tagli indiscriminati che colpiscono il cuore pulsante di una nazione come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: 'Riforma della scuola' più prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti". "Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo" scrive in un editoriale del prossimo numero in edicola il settimanale dei Paolini. "Il bene della scuola (ma anche del Paese) - prosegue il corsivo - richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l'ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia".

Destra contro sinistra Si è diviso in due il corteo degli studenti medi partito da piazza della Repubblica per concludersi con un sit-in a piazza Venezia. A determinare la divisione - raccontano gli studenti dell'Uds - sono stati gli aderenti al Blocco studentesco, un'organizzazione di estrema destra, che ha preso la testa del corteo al grido di "Duce, Duce". A questo punto, gli studenti vicini alla sinistra hanno deciso di separarsi dal Blocco. Risultato: i giovani di destra si stanno dirigendo verso piazza Venezia per il sit-in, mentre lo spezzone con gli studenti di sinistra avrebbe deciso di dirigersi al ministero dell'Istruzione dove stanno confluendo altri ragazzi delle scuole medie romane.

La divisione Si è spaccato all’altezza di via Cavour il corteo che era partito alle 9 da piazza della Repubblica. Lo ha fatto sapere l'Uds. "Ad un tratto - ha raccontato Stefano dell'esecutivo nazionale dell'Uds, che partecipava al corteo - militanti di Blocco Studentesco, formazione vicina alla Fiamma Tricolore, a bordo di un camioncino con il megafono, hanno preso con la forza la testa del corteo, che era stato organizzato in maniera spontanea dagli studenti degli istituti del IV municipio". I promotori della manifestazione hanno tentato allora di distanziarsi dalla testa del corteo e, giunti a via dei Fori imperiali, invece di voltare verso piazza Venezia hanno tentato di voltare a sinistra verso il Colosseo, ma la deviazione non è stata autorizzata dalle forze dell’ordine, molti studenti non hanno capito che cosa stava succedendo e hanno continuato a seguire Blocco studentesco che ha organizzato un sit-in davanti al Senato. "Un corteo di un movimento in lotta contro la riforma Gelmini e i tagli alla finanziaria - conclude l’Uds - è stato strumentalizzato da gruppi di estrema destra, che hanno tentato di mettere il cappello ad un movimento antifascista, proprio loro che hanno votato chi sta al governo".

Dobbiamo restare uniti in questo momento così delicato: teniamo sempre a mente il motivo per cui stiamo manifestando.

Posizione degli studenti universitari sulla legge 133

Vi scriviamo a nome degli studenti dell’Ateneo cagliaritano per comunicarvi la nostra posizione riguardo alla Legge Finanziaria e i relativi provvedimenti sull’istruzione.
Riteniamo questa legge antidemocratica e anticostituzionale in quanto viola i seguenti articoli della Costituzione:
art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

art. 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse la piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, le università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

art. 34 La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L’attuazione della Legge 133/08 attuazione creerebbe necessariamente un solco fra istituzioni pubbliche e fondazioni private, portando ad una vera e propria distinzione di classe tra abbienti e non abbienti.
Inoltre una grossissima fetta del corpo docenti verrà tagliata fuori dall’organico a causa dell’abbassamento del turn-over, peggiorando esponenzialmente la situazione attuale, già grave per il mancato rinnovo di contratti di determinate categorie, quali ricercatori, lettori e così via.
Citando le parole del nostro Magnifico Rettore : “ Solo quest’anno per 68 docenti che hanno chiesto il pensionamento ne saranno assunti 12.” La citazione si commenta da sola.
Questa non è che una parte delle ragioni per cui portiamo avanti questa mobilitazione, ma troviamo inutile dilungarci eccessivamente in questo senso, quando è chiaro che il sapere debba essere un diritto di tutti e non solo di chi se lo può permettere.
Con questa lettera aperta miriamo alla sensibilizzazione di tutta la cittadinanza, di tutta la cittadinanza, di tutte le famiglie che verranno prima o poi coinvolte in questo triste e buio capitolo della cultura italiana.

Concludendo, riteniamo che questi problemi necessitino maggior visibilità, in relazione alla loro gravità. Abbiamo quindi trovato necessario scrivervi, per ribadire il nostro dissenso: auspichiamo che abbiate un ruolo più attivo nel coinvolgere la cittadinanza in un problema che parte si dall’università e dall’istruzione italiana, ma che riguarda tutta la società civile.

Gli studenti sardi

L' università di Cagliari protesta

COMUNICATO STAMPA

I docenti e i ricercatori della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari condividono le forti preoccupazioni e l’opposizione alla Legge n. 133/2008, espresse nel documento approvato dal Senato Accademico il 9 ottobre scorso. Ritengono di dover manifestare la propria protesta con un segnale forte agli studenti e alla cittadinanza, ma secondo modi coerenti all’impegno in attività formative che rappresentano un dovere per il docente e un diritto per lo studente. Ritengono pertanto di dover rimodulare la propria attività didattica da oggi fino al 29 ottobre prossimo, sostituendo le lezioni frontali programmate nell’arco del semestre con altre attività formative quali dibattiti, tavole rotonde, laboratori, seminari, lezioni in piazza su temi connessi alla Legge n. 133/2008, al futuro dell’Università pubblica italiana, alla coscienza dei temi etici, filosofici e civili, alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla letteratura, alla storia, al teatro e al cinema, secondo il calendario allegato. L’intento è quello di portare docenti, ricercatori e studenti fuori dalla Facoltà, per esprimere la protesta ma anche per dichiarare l’importanza della formazione universitaria, nei confronti dell’intera società. L’intento è anche quello di riuscire a portare la cittadinanza dentro la Facoltà, perché possa partecipare attivamente alla costruzione di un progetto culturale condiviso. Alle iniziative collaboreranno anche docenti e ricercatori delle altre Facoltà: fra le altre, Scienze della Formazione, Scienze politiche, Economia, Giurisprudenza. A partire dal 3 novembre le lezioni frontali riprenderanno secondo la programmazione semestrale, affiancate da iniziative in linea con quelle già intraprese.

Per informazioni:
Presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia, preslett@unica.it, 070/6757004

Calendario delle iniziative promosse dalla Facoltà di Lettere e Filosofia:
-Venerdì 24
Aule 15, 16, 17
h 15.30
La legge n.133 e le sue ricadute sull’Università di Cagliari
Laboratorio di approfondimento

Aula Magna delle lauree
h 17.30
Chiamalo pure amore, libro di Maria Giacobbe, presentazione a cura di Cristina Lavinio e Franco Mannoni

-Sabato 25
Aule 15, 16, 17
h 10.00
Ambiente, paesaggio, territorio: concetti geopolitici?
Tavola rotonda a cura di Antonio Loi, Fabio Parascandolo, Marcello Tanca

Bastione di Saint-Remy
h 16.30
Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia
Lezione di Roberto Coroneo

-Domenica 26
Piazza Sorcinelli
h 10.00
Il caso Tuvixeddu
Lezione di Alfonso Stiglitz

-Lunedì 27
Bastione di Saint-Remy
h 10.00
Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica
Lezione di Claudio Natoli

h 10.30
Pace e diritti umani
Lezione di Annamaria Loche

h 11.00
Educazione linguistica democratica
Lezione di Cristina Lavinio

Gradinata d’ingresso al corpo centrale
h 14.00
La musica delle pietre
Performance sonora di Pinuccio Sciola

Aula Magna delle lauree
h 16.30
Idee di Letteratura
Seminario a cura di Maurizio VirdisERSU,

Sala Cosseddu
h 20.30
Fahrenheit 451, un film di François Truffaut (1966)
Proiezione e dibattito a cura e David Bruni e Antioco Floris

-Martedì 28
Aula Magna delle lauree
h 9.00
Idee di Letteratura Seminario a cura di Maurizio Virdis

Partenza dal Bastione di Santa Caterina
h 12.00
Per vie della città di Cagliari
Laboratorio cartografico itinerante a cura di Isabella Zedda

Gradinata d’ingresso al corpo centrale
h 14.00
In viaggio con Erodoto
Lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino

Aula 15
h 16.00 Forme e modalità del discorso persuasivo
Lezione di Giulio Paulis

h 17.00
La funzione critica della ragioneTavola rotonda con Maria Teresa Marcialis, Pierluigi Lecis, Francesca CrastaERSU,

Sala Cosseddu
h 20.30
Essere e avere, un film di Nicolas Philibert (2002)
Proiezione e dibattito a cura e David Bruni e Antioco Floris

-Mercoledì 29
Piazza del Carmine
h 10.00
Il futuro dell’università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private?
Laboratorio di approfondimento

domenica 26 ottobre 2008

Album Fotografico della Manifestazione 25/10/2008, San Gavino

Dopo il precedente chiarimento ad opera di Simone Angei, sono lieto di comunicarvi la pubblicazione del nuovo Album Fotografico contenente le foto della manifestazione.



Ringraziamo tutte le persone che ci hanno inviato le loro foto e vi esortiamo un'altra volta ad inviarci quanto più materiale possibile.

p.s. Per i video della manifestazione ci vorrà ancora un po' di tempo, vi chiediamo di avere pazienza.

Alcuni spunti di riflessione sull' articolo della Manifestazione del 25 Ottobre, San Gavino

Risponde Simone Angei (uno degli organizzatori della manifestazione) in merito alla riflessione del post precendente:
Vorrei provare a sviluppare i punti indicati nell'articolo precedente..
Penso sia necessaria una riflessione sicuramente più contenutistica e propositiva di quanto non si sia fatto nei giorni precedenti, anche cercando di approfondire i punti, la connettività di tali punti in uno sviluppo prossimo e le varie contingenze.
Al tempo stesso penso bisogna anche chiarire il perchè ieri vi fossero sigle sindacali e politiche.
Nei giorni scorsi molto del supporto materiale ed umano ci è stato offerto proprio da chi ieri ha chiesto un suo spazio a fine corteo per far sentire la propria protesta insieme a noi e da chi, forse unico, può portare in sedi istituzionali le nostre rivendicazioni.Sempre nei giorni scorsi è stato possibile diffondere e ampliare le adesioni alla nostra mobilitazione grazie a chi ci ha offerto carta, fotocopiatori e anche braccia per distribuire tali materiali.Così come va riconosciuto il merito a chi, senza troppe pubblicità, ci offre i locali per le nostre riunioni pomeridiane e la piena disponibilità a un supporto economico alle nostre battaglie, che anche di questo necessitano.
Non si tratta quindi di "inserire il proprio cappello ideologico" a una nostra mobilitazione, ma di sentire l'internità alla rivendicazione stessa. Diversamente tali sindacati o forze politiche si sarebbero presentati unicamente nel corteo, abbandonandoci nella costruzione della mobilitazione.
Concordo con chi dice che la mobilitazione sia degli studenti, ma in quanto rivendicazioni, anche politiche, esse trovano un loro spazio anche in un campo maggiormente condiviso che è ovviamente quello socio-politico-istituzionale. E sarebbe forse opportuno coinvolgere chiunque,da qualsiasi schieramento, ci venga incontro ed offra spontaneamente il suo aiuto, in maniera quanto più possibile disinteressata.
Vi è inoltre un altro punto che ho più volte provato a far notare.
La nostra mobilitazione ha senso e può aspirare a qualcosa di più, solo nella misura in cui si dimostra capace di coinvolgere il numero maggiore di persone e stratificazioni sociali che siano capaci di sentire propria la nostra richiesta. Dobbiamo saper sfruttare la situazione conflittuale come collante per la costruzione di un blocco sociale trasversale che sappia indicare quale idea abbiamo noi di Scuola, la quale contiene senz'ombra di dubbio anche una sua idea di società.
Una Scuola inclusiva, che sappia trarre valore dalle differenze culturali e religiose ma laica.Una scuola di tutti e tutte, che sia realmente garantita e gratuita.Una scuola di qualità. Una scuola che non sia funzionale agli interessi imprenditoriali ma che sia funzionale alla creazione dell'Uomo.
Che rivendichi, insieme all"ingresso meritocratico nel sistema del lavoro" anche il DIRITTO al lavoro.
Penso inoltre che il corteo di ieri mattina abbia avuto un successo enorme, sia stato qualcosa di veramente magnifico e costituisca punto di partenza della nostra azione prossima ventura.
Cerchiamo di lavorare di più, discutere di più e abolire sterili discussioni che possano frammentare un organismo che fino ad ora ha dimostrato di essere impeccabile.
Complimenti a tutti!

Simone Angei
A questo punto lascio a voi la parola.
Chiunque voglia intervenire dando la propria opinione, può farlo nell'apposito topic del nostro Forum.

Manifestazione del 25/10/2008, San Gavino

Dall'Unione Sarda (26 Ottobre 2008):
Oltre 3000 studenti provenienti dagli 11 istituti superiori del Medio Campidano hanno marciato tutti insieme per dire un secco no alla legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è partito poco dopo le 9:30 in via Roma dal piazzale posto di fronte all'ospedale a suon di slogan cantati e urlati e di lunghissimi striscioni come quello portato dagli studenti del liceo scientifico «La nostra scuola non è in vendita» e magliette con la scritta «Per un diritto allo studio».
Nel corteo hanno sfilato con la fascia tricolore i sindaci di San Gavino, Samassi, Serrenti e Guspini, il vicepresidente della provincia, gli amministratori e i sindacalisti della Cgil. Numerosi gli studenti del pedagogico e del liceo classico: «Siamo convinti - dicono Federico e Luca - che insieme potremo cambiare qualcosa».
Ci sono anche genitori: «La situazione che si è creata è piuttosto tragica - dice Annalisa - i ragazzi vanno guidati ed è gravissimo tagliare le ore di lezione». C'è anche una piccola delegazione di studenti universitari: «Noi - dice Silvia Deidda, iscritta in psicologia - saremo i primissimi a perdere qualcosa». Sulla stessa linea Chiara e e Mauro: «Il diritto allo studio deve rimanere per tutti». A fare le spese dei tagli sono stati gli studenti del serale dell'alberghiero di Villamar: «Per due anni - dice Roberta Ibba, una mamma - abbiamo frequentato la sera, ma adesso il corso è stato soppresso». Intanto il corteo si conclude in piazza Melas: «Non abbiamo intenzione di mollare - dice simone Angei (liceo scientifico) uno degli organizzatori.
E' risaputo che l'autocritica sia l'unico strumento efficace per potersi migliorare; anche per questo motivo dobbiamo fermarci e riflettere sulla manifestazione del 25/10/2008.
La grande partecipazione da parte degli studenti del Medio Campidano ci da' speranza e ci rincuora, ma ci fa capire che c'è ancora molto lavoro da fare.
A nostro avviso, nelle future manifestazioni sarebbe meglio concentrarsi di più sul tema trattato che sugli schieramenti politici, che non si addiccono ad una manifestazione studentesca onnirappresentativa, sostenuta da ragazzi dalle ideologie e dalle opinioni differenti.
Pochi erano i cori che rivendicavano i nostri diritti, di più quelli politici e ancor di più quelli di scherno verso il ministro.
Dobbiamo scendere in piazza come studenti a cui è stato negato un diritto costituzionale: il diritto allo studio, alla nostra formazione e all'accesso meritocratico nel mondo del lavoro.

In ogni caso, sono d'obbligo i ringraziamenti verso gli organizzatori della manifestazione, che con il loro impegno e con il loro lavoro hanno reso possibile questo primo incontro tra gli studenti del Medio Campidano mobilitati per fermare la riforma Gelmini-Tremonti.

Dite la vostra.

venerdì 24 ottobre 2008

Marco Travaglio ad Annozero - 23 Ottobre 2008



Marco Travaglio sugli scandalosi tagli all'istruzione.

Calamandrei: un' ipotesi ancora attuale?

Calamandrei fu professore durante il fascismo, uno dei pochi a non avere nè chiedere mai la tessera del partito. Fondò il Partito d'Azione e fu membro della Consulta. La stessa che oggi è merce di scambio tra i nostri politici. Nel 1950 fece un discorso sulla Scuola, parole che sembrano dette oggi per la Scuola della P2
L'ipotesi di Calamandrei.
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico." Piero Calamandrei
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950

Cosa non va nella riforma

I punti critici della riforma "Gelmini-Tremonti":
  • L’ annullamento del tempo pieno con conseguente riduzione d’ orario da 40 a 24 ore settimanali nelle elementari;
  • L’ annullamento dei corsi sperimentali negli istituti superiori;
  • Un taglio di 8 miliardi al bilancio per l’istruzione pubblica (il bilancio italiano è tra i più bassi d’ Europa), mentre aumenteranno i finanziamenti per le scuole private;
  • Una riduzione del servizio di sostegno per i diversamente abili;
  • Una riduzione delle sedi scolastiche, specialmente nei piccoli centri;
  • L’ accorpamento delle classi fino a 32 alunni;
  • Riduzione del turn over degli insegnanti (ci saranno quasi 90.000 insegnanti in meno): nel 2009 su 10 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto; nel 2010-2011 su 5 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto; nel 2012 su 2 insegnanti che andranno in pensione 1 verrà assunto;
  • Una riduzione del turn over personale ATA (ci saranno quasi 44.000 ausiliari e tecnici amministrativi in meno)
  • Il maestro unico alle elementari (nonostante la nostra scuola primaria sia tra le migliori del mondo);
  • Un taglio di 500 milioni di euro dei finanziamenti statali per la ricerca (FFO) in 3 anni;
  • La possibilità delle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato:
    questo significa che l’università sarà finanziata da enti privati, che investiranno esclusivamente nei campi di loro interesse. Ci sarà un aumento delle tasse universitarie che potranno raggiungere i 6-7.000 euro annui e una riduzione dei numeri dei corsi.

giovedì 23 ottobre 2008

Diritti degi studenti universitari

Titolo I
Principi e tutele fondamentali
1. L'università è una comunità umana e scientifica, di insegnamento e di ricerca. E' suo compito contribuire all'innalzamento del livello delle conoscenze scientifiche e trasmettere il sapere disponibile alle nuove generazioni. E' altresì suo compito formare le nuove generazioni al libero esercizio del pensiero e al senso della responsabilità sociale delle proprie funzioni attuali e future.
2. Nella comunità universitaria gli studenti sono portatori di diritti riconosciuti e inalienabili, senza distinzione di sesso, di etnia, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali, e con pari dignità rispetto alle altre componenti della comunità stessa.
3. L'Università assicura agli studenti le condizioni atte a promuovere lo sviluppo della loro personalità e della loro coscienza civile nell'ambito della propria esperienza formativa, riconoscendo loro i diritti di partecipazione, di libertà espressiva e di autonomia culturale.
4. Gli studenti hanno il dovere di concorrere, attraverso lo studio e la partecipazione alla vita universitaria, alla crescita culturale delle istituzioni accademiche e della società in cui esse sono inserite.
5. Il diritto allo studio deve essere effettivo. Gli studenti che rientrino nei parametri di reddito e di merito stabiliti per legge hanno diritto a percepire la borsa di studio nell'anno accademico di riferimento. Hanno altresì diritto, in tale anno, ai benefici previsti di vitto e di alloggio.
6. Gli studenti beneficiari, a titolo diverso, delle pubbliche risorse messe loro a disposizione in attuazione dell'articolo 34 della Costituzione, hanno il dovere di farne l'uso più responsabile nel perseguire il proprio impegno di studio e formazione.Tutti gli studenti hanno diritto ad accedere a percorsi formativi di ogni livello. A tal fine l’Università fornisce agli studenti tutti gli strumenti necessari per colmare eventuali lacune formative e raggiungere il successo formativo.
7. Gli studenti, senza distinzione di opinioni politiche, di opzioni culturali e di fede religiosa hanno il diritto di fruire di spazi di socialità, studio e confronto collettivo. Hanno il diritto di riunirsi in assemblea nei luoghi dell’Università, di associarsi e di organizzarsi collettivamente nel rispetto delle leggi dello Stato e dei principi di tolleranza e pluralismo. Gli studenti hanno il dovere di rispettare gli spazi messi a loro disposizione dall'Università e di mantenerne la funzionalità e il decoro.
8. Gli studenti hanno il diritto di partecipare alla vita e al governo democratico dell’Università esercitando l' istituto della rappresentanza negli organi decisionali e di indirizzo di Ateneo. Nella pluralità dei loro orientamenti politici e culturali, gli studenti informano comunque il proprio mandato di rappresentanza ai principi fondamentali della Costituzione italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
9. E' dovere dei rappresentanti degli studenti esercitare il proprio mandato con continuità e impegno. L’Università mette loro a disposizione gli spazi e gli strumenti necessari a tale scopo.
10. Gli studenti disabili hanno diritto a partecipare attivamente e pienamente a tutte le fasi della vita universitaria. E' compito di ciascun Ateneo favorire concretamente e in ogni forma l’attuazione di tale principio.
11. Gli studenti stranieri iscritti in Atenei italiani hanno il diritto di partecipare attivamente e a pieno titolo a tutte le fasi della vita universitaria. L'Ateneo garantisce, anche con appositi uffici, adeguata assistenza agli studenti stranieri, contribuendo a rimuovere gli ostacoli al loro completo inserimento nella comunità universitaria.
Titolo II
Prove d'esame.
12. Gli studenti hanno diritto a una valutazione imparziale tramite prove d’esame trasparenti e coerenti con il programma, gli obiettivi formativi e le modalità di svolgimento dei corsi. Le prove d'esame devono essere sostenute con una commissione presieduta da un docente. Gli studenti hanno altresì diritto, su loro richiesta, a essere esaminati dal docente titolare del corso.
13. Ogni insegnamento deve prevedere un numero e una distribuzione temporale degli appelli tali da garantire agli studenti una ragionevole programmazione del proprio carico di esami. Il calendario degli appelli deve essere reso noto almeno due mesi prima dell’inizio delle sessioni d’esame. Le date non possono essere anticipate rispetto al calendario previsto.
14. E' preciso dovere del titolare del corso garantire la propria presenza nelle date di appello da lui indicate. In caso di impossibilità a presenziare per ragioni urgenti e impreviste è suo compito assicurare la presenza di altro docente. Dell' eventuale assenza egli è comunque tenuto a dare tempestiva comunicazione sul proprio sito telematico.
15. Le informazioni relative alla prova d’esame devono essere comunicate prima dell’inizio del corso. La prova d’esame deve comunque vertere sul programma del corso, opportunamente divulgato, salva restando la possibilità di contenuti specifici per i frequentanti. Il programma del corso e i relativi contenuti devono essere trattati in modo completo nei testi indicati dal docente e comunicati sulla Guida dello studente. Gli studenti hanno diritto a visionare [senza oneri economici,] le esercitazioni e i materiali relativi alle eventuali precedenti prove scritte d’esame.
16. Gli studenti hanno il diritto di conoscere l’esito delle prove d’esame scritte, nonché a ricevere spiegazioni sui criteri di correzione e di valutazione.
17. La valutazione del profitto dello studente deve riferirsi esclusivamente alla sua preparazione nella materia di cui ha sostenuto l'esame. La commissione d’esame non può visionare il libretto universitario dello studente prima di esprimere la valutazione finale, salva espressa richiesta dell'esaminato. In ogni caso è fatto divieto alla commissione di visionare il materiale didattico utilizzato dallo studente. Se l’esito dell’esame non è soddisfacente per lo studente, quest'ultimo ha diritto a ritirarsi senza conseguenze per il suo curriculum accademico [l’esame in tal caso può essere annotato come “non concluso” soltanto per fini statistici, garantendo l’anonimato dello studente.] Se la valutazione è stata comunque di sufficienza, l 'esame può essere ripetuto nell'appello successivo.
18. Di fronte alla comprovata impossibilità di partecipare agli appelli d’esame regolamentari per gravi ragioni, lo studente ha il diritto di concordare con il docente titolare altra data d’esame nell'ambito della stessa sessione.
19. E' dovere dello studente sostenere l'esame nel pieno rispetto del lavoro e delle competenze del docente e della specificità della sede universitaria.
Titolo III
Servizi e qualità della didattica
20. Gli studenti hanno diritto a compiere le proprie scelte tra percorsi di studio chiari e caratterizzati da evidenti specificità disciplinari. La Guida dello studente deve essere pubblicata entro il 15 luglio di ogni anno e deve contenere: il calendario didattico, il programma dettagliato dei corsi, il nome e il recapito dei docenti, la composizione dei consigli didattici, la presentazione dei dipartimenti, la presentazione delle associazioni di rappresentanza studentesca presenti in facoltà, i dati relativi alle biblioteche di facoltà e alle aule informatiche, le tabelle ministeriali e ogni altra informazione necessaria per permettere allo studente un’adeguata compilazione del piano di studi. L’orario delle lezioni, relativo all’intero anno, deve essere pubblicato prima dell’inizio delle lezioni. I comitati paritetici stabiliscono, altresì, una distribuzione omogenea del carico didattico tra i corsi.
21. L’Università deve garantire agli studenti che tutti i testi adottati dai corsi di studio siano presenti per la libera consultazione nelle Biblioteche di Ateneo. Gli studenti hanno il dovere di rispettare la proprietà pubblica dei testi utilizzati e di consentirne la regolare consultazione agli altri studenti.
22. Gli studenti hanno il diritto di accedere alle strutture didattiche in condizioni materiali adeguate. E' cura di ciascun Ateneo rimuovere le barriere architettoniche e ogni altro ostacolo che possa impedire la fruizione effettiva dei corsi, delle sedi d'esame, delle biblioteche, degli spazi universitari e di garantire sufficienti posti a sedere nelle aule e adeguati posti studio nelle biblioteche e nelle sale lettura. Gli atenei possono prevedere prolungamenti degli orari dei servizi informatici o di biblioteca attraverso il ricorso a studenti volontari, ai quali corrispondono apposite borse di studio e dei quali regolano le modalità di impiego e formazione
23. Le singole sedi d'Ateneo devono essere dotate di strutture informatiche idonee all' acquisizione di tutte le informazioni utili alla vita universitaria. Gli studenti hanno, altresì, diritto ad un adeguato numero di postazioni informatiche e multimediali [ove possibile, anche in orario notturno nelle strutture della Facoltà di appartenenza,] con possibilità di accesso a internet.
24. E' diritto degli studenti ricevere l'insegnamento di ciascuna materia con regolarità, nei giorni e negli orari previsti e, salve eccezioni, da parte del titolare del corso.. Qualora per motivi urgenti e imprevisti quest'ultimo non possa tenere la lezione, egli provvede a farsi sostituire da un proprio collaboratore. Nell'impossibilità di farlo, ne dà comunicazione tempestiva sul proprio sito telematico.
25. Gli studenti hanno diritto a essere ricevuti personalmente dai docenti, per chiarimenti e consigli didattici nonché per essere assistiti nello svolgimento della tesi di laurea e di altri lavori di ricerca concordati. Il docente dà pubblica comunicazione dell’orario di ricevimento da lui stabilito prima dell’inizio di ogni periodo didattico. Dell' eventuale assenza per ragioni urgenti e impreviste egli dà tempestiva comunicazione sul proprio sito telematico.
26. Gli studenti hanno diritto a un’adeguata attività di orientamento e tutorato. L’attività di tutorato non può svolgersi di regola negli stessi orari delle lezioni.
27. Gli insegnamenti e i tirocini relativi allo stesso periodo didattico e allo stesso anno non possono avere svolgimento in orari sovrapposti. La frequenza obbligatoria delle lezioni è prevista di regola solo per i Corsi di Laurea espressamente indicati dagli ordinamenti europei o da leggi dello Stato.
28. L’Università deve dotarsi di un sistema di valutazione dei corsi disciplinari che tenga conto del giudizio di ogni studente. La distribuzione delle schede di valutazione agli studenti deve avvenire per ogni periodo didattico, secondo modalità che garantiscano agli studenti il completo anonimato. La pubblicità dei risultati derivanti dalla analisi delle schede di valutazione, per ciascun insegnamento, deve essere garantita per tutti i Corsi di Laurea dell’Ateneo con mezzi idonei. I risultati delle schede compilate dagli studenti sono valutati dal Nucleo di Valutazione d’Ateneo, per quanto concerne il funzionamento generale dell’Ateneo, e dalla Commissione Paritetica per la didattica, per quanto concerne i provvedimenti relativi alla Facoltà.
29. E' compito del Ministero dell'Università e della Ricerca comunicare sul proprio sito, in modo aggiornato e con puntuale riferimento a fonti e modalità di rilevazione, i principali risultati di ricerca relativi agli sbocchi professionali offerti dai differenti indirizzi di studio, nonché i principali dati quantitativi e qualitativi utili a valutare il sistema universitario e a compiere scelte di studio informate e consapevoli.
Titolo IV
Libertà didattiche
30. Gli studenti hanno il diritto di presentare piani di studio individuali corrispondenti alle proprie vocazioni e ai propri interessi disciplinari, nei limiti stabiliti dalle norme vigenti.
31. Gli studenti possono promuovere autonomamente attività formative e culturali utili a un miglior perseguimento degli obiettivi generali o disciplinari della formazione universitaria. Tali attività possono, su richiesta degli studenti e previa verifica degli obiettivi formativi raggiunti, ottenere il riconoscimento di crediti formativi da parte delle commissioni paritetiche per la didattica.
32. Gli studenti hanno il diritto di scegliere liberamente l’argomento della tesi di laurea e di avere accesso a tutto il materiale documentale necessario per svolgerla nel modo più approfondito. La valutazione della tesi deve riferirsi alla sua qualità scientifica intrinseca e non può essere condizionata dalle opinioni dello studente né dai tempi in cui egli ha completato il proprio percorso di studi.
33. E' stretto dovere dello studente svolgere la tesi attraverso la propria personale applicazione al tema prescelto, nel pieno rispetto delle norme che regolano il diritto d'autore e la proprietà delle opere d'ingegno di ogni livello.
Titolo V
Doveri di contribuzione economica
34. Fatte salve le esenzioni previste dalla legge, tutti gli studenti hanno il dovere di partecipare al sostegno economico della propria università in base alle possibilità del loro nucleo familiare. E' preciso e inderogabile dovere dello studente fornire alla propria università dati reddituali fedeli e rispettosi delle proprie effettive condizioni di vita.Gli studenti hanno diritto a conoscere con precisione e trasparenza gli indici e i meccanismi di calcolo che definiscono l’importo delle tasse da versare. Hanno altresì diritto a conoscere con congruo anticipo la scadenza per il pagamento di ogni singola rata.
Titolo VI
Governo dell'Università e rappresentanza studentesca
35. Tutti gli studenti godono dell’elettorato attivo e passivo. L’esercizio dell’elettorato passivo è regolato da norme che garantiscono il ricambio nella rappresentanza studentesca. Spetta agli Atenei rendere noto con largo anticipo e con adeguata diffusione ogni informazione utile alla più ampia e consapevole partecipazione ai momenti elettorali, nonché garantire in ogni sede spazi e opportunità di propaganda elettorale. Le elezioni universitarie devono tenersi in un periodo e secondo modalità tali da garantire la massima affluenza al voto.
36. Gli studenti esercitano il loro diritto di rappresentanza nel Senato Accademico, nel Consiglio di Amministrazione, nei Consigli di Facoltà, nei Consigli di corso di laurea. In tali organi la loro presenza non può essere inferiore al 15% dei membri provvisti del diritto di voto. Gli studenti hanno altresì il diritto di partecipare agli organi competenti per la valutazione del sistema formativo e per le decisioni riguardanti l’organizzazione della didattica, nel rispetto dei regolamenti d’Ateneo.
37. I rappresentanti degli Studenti hanno il diritto-dovere di partecipare ai lavori degli organi accademici di cui fanno parte. L'Ateneo ne disciplina i casi di concomitanza con esami, lezioni o attività di laboratorio e tirocinio con frequenza obbligatoria in modo da tutelare pienamente l'esercizio di tale diritto-dovere.
38. Negli organi non elettivi la eventuale nomina di studenti deve avvenire previa consultazione delle rappresentanze studentesche elette negli organi di governo dell’Ateneo.
Titolo VII
Studenti a tempo parziale e lavoratori
39. Gli studenti non impegnati a tempo pieno negli studi universitari e che siano impossibilitati a frequentare possono chiedere, con istanza scritta e motivata indirizzata agli uffici amministrativi, che venga loro riconosciuta la condizione di studenti a tempo parziale senza che da ciò derivi alcuna forma di discriminazione.
40. Gli studenti a tempo parziale hanno, ove le risorse di Ateneo lo consentano, il diritto di usufruire della didattica e delle altre attività formative in orari e secondo modalità adatte alle loro esigenze. Nei loro confronti non possono comunque essere previsti programmi d'esame più impegnativi o più disagevoli.
41. Per ogni insegnamento il titolare del corso fissa periodici orari di ricevimento riservati agli studenti a tempo parziale in orari adeguati alle loro esigenze.
Titolo VIII
Tirocinanti e studenti in stage
42. Ciascun Ateneo si impegna a promuovere stage e tirocini in armonia con le finalità didattiche indicate dai propri organismi competenti, tenendo conto dei tempi di studio e delle condizioni socio-economiche dello studente.
43. Le convenzioni con le agenzie e con gli enti deputati a ospitare le esperienze di stage e tirocinio vengono stipulate nel rispetto del presente Statuto. L'Ateneo si fa garante del coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nella definizione delle mansioni da assegnare allo studente, della sua copertura assicurativa per infortuni e responsabilità verso terzi e della piena compatibilità delle modalità di impiego dello studente con le sue fondamentali esigenze didattiche.
44. Le attività di stage o tirocinio devono essere svolte di regola nei giorni feriali e in orario diurno, e in ogni caso per un monte ore corrispondente al numero di crediti indicato nell'ordinamento didattico in corso.
45. Gli studenti hanno diritto a valutare le strutture e le attività di stage e tirocinio attraverso questionari [anonimi] distribuiti al termine dell’attività. I risultati dei questionari [anonimi] riferiti ad ogni struttura o reparto ospitante, esaminati dal Nucleo di Valutazione dell’Ateneo, vengono resi pubblici periodicamente e con mezzi idonei.
46. La valutazione delle attività di stage e tirocinio svolte dagli studenti si riferisce esclusivamente agli obiettivi raggiunti nel corso delle stesse. Tali obiettivi vengono certificati dai docenti e dai responsabili delle strutture ospitanti al termine di un periodo prestabilito dalle competenti strutture didattiche.
47. Le attività lavorative svolte dagli studenti-lavoratori vengono riconosciute come attività di tirocinio o di stage purché attinenti alle finalità didattiche del Corso di Laurea di appartenenza, previo parere della Commissione Paritetica competente e previa verifica individuale degli obiettivi raggiunti. Il riconoscimento può avvenire in ogni caso nei limiti massimi previsti dalla legge e dai regolamenti didattici dei Corsi di Laurea.
Titolo IX
Diritto alla mobilità
48. Gli studenti hanno diritto alla mobilità tra le Università. E' compito del Ministero, delle Regioni e dei singoli Atenei realizzare le condizioni logistiche e di accoglienza atte a favorire la mobilità studentesca e a rimuovere gli ostacoli derivanti dalla condizione sociale dei singoli. E' compito degli Atenei ricercare accordi con enti pubblici e privati per migliorare l'ospitalità e le condizioni di vita studentesche nelle singole sedi universitarie.
49. Nessun Ateneo può rifiutare di riconoscere, nel passaggio tra corsi di laurea uguali o affini, i crediti maturati in altro Ateneo di Stato o riconosciuto dallo Stato, salva motivazione circostanziata e comunque in coerenza con le caratteristiche dei propri piani formativi.
50. Gli studenti hanno diritto a una informazione completa sulle opportunità di intraprendere periodi di studio all’estero e sulle condizioni e agevolazioni previste. Hanno altresì diritto a procedure di selezione trasparenti per l’accesso alle borse di mobilità, i cui criteri di conseguimento devono essere chiaramente definiti in ogni bando.Il referente Erasmus del corso di laurea garantisce che in ogni sede Erasmus siano attivi, nel periodo didattico di permanenza all’estero, corsi coerenti con il piano di studi del corso di laurea. L’Università assiste lo studente nell’adempimento degli obblighi burocratici necessari a intraprendere il periodo di studi all’estero e a ottenere il pieno riconoscimento dei crediti.
51. Gli studenti hanno diritto al pieno riconoscimento dei crediti acquisiti in Università straniere purché preventivamente inseriti nel piano di studi.
Titolo X
Dottorandi di ricerca
52. Le garanzie previste nel presente Statuto si applicano anche agli studenti di dottorato di ricerca e della formazione post-laurea.
53. Gli studenti di dottorato hanno diritto all’assegnazione di un tutor da parte del collegio dei docenti che lo segua e lo indirizzi nel percorso di formazione alla ricerca. Per ciascuno studente di dottorato deve essere definito un percorso formativo chiaro, costruito su date certe, con l'indicazione di un argomento di ricerca da sviluppare in autonomia. E' compito del collegio dei docenti individuare e promuovere i modi per finanziare esperienze formative esterne all’Ateneo di appartenenza.
54. Gli studenti di dottorato hanno diritto a una propria rappresentanza negli organi centrali di Ateneo, compreso il Senato Accademico.
55. Lo studente di dottorato ha diritto a usufruire di periodi di sospensione per malattia, per maternità o per lavoro. Egli ha altresì diritto a chiedere un breve rinvio dell’esame finale di dottorato qualora ritenesse necessario un approfondimento della tematica di ricerca.
Titolo XI
Disposizioni finali
56. Il presente Statuto viene recepito dai Regolamenti di Ateneo. Il suo testo viene consegnato agli studenti al momento della loro iscrizione. La sua osservanza viene garantita in ultima istanza dal Magnifico Rettore.
57. La tutela attiva del presente Statuto può essere affidata a un Difensore Civico, inteso come personalità indipendente e di prestigio alla quale l’Università affida di concerto con le rappresentanze studentesche l’incarico di segnalarne violazioni o inapplicazioni e di suggerire i provvedimenti conseguenti. Il Regolamento relativo a funzioni, modalità di intervento e garanzia di efficacia dell' azione del Difensore Civico è rimesso all'Ateneo che decide di avvalersi di tale figura.
58. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è l’organismo preposto ad accogliere eventuali istanze degli studenti in merito all’applicazione del presente Statuto da sottoporre all’attenzione del Ministro dell’Università e della Ricerca.

Album fotografico


Link agli albums fotografici

Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria

Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249

Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria (in Gazzetta Ufficiale 29 luglio 1998, n. 175)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'articolo 87, comma 5, della Costituzione;
Visto l'articolo 328 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297;
Visto l'articolo 21, commi 1, 2, e 13 della legge 15 marzo 1997, n.59;
Vista la legge 27 maggio 1991, n.176, di ratifica della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989;
Visti gli articoli 104, 105 e 106 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n.309;
Visti gli articoli 12, 13, 14, 15 e 16 della legge 5 febbraio 1992, n.104;
Visto l'articolo 36 della legge 6 marzo 1998, n.40;
Visto il D.P.R. 10 ottobre 1996, n.567;
Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n.400;
Visto il parere espresso dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nella Adunanza del 10 febbraio 1998;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nella Adunanza del 4 maggio 1998;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 29 maggio 1998;
Sulla proposta del Ministro della Pubblica Istruzione

ADOTTA IL SEGUENTE REGOLAMENTO

"Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria"

Art. 1 (Vita della comunità scolastica)


1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.
2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano.
3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.
4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.

Art. 2 (Diritti)

1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l'orientamento, l'identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell'apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un'adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.
2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla riservatezza.
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione della scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possono essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori.
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti.
7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.
8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:
1. un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità;
2. offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;
3. iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;
4. la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap;
5. la disponibilità di un'adeguata strumentazione tecnologica;
6. servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.
9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto.
10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte degli studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.

Art. 3 (Doveri)

1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio.
2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.
3. Nell'esercizio dei loro diritti e nell'adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi di cui all'art.1.
4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.
6. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l'ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.

Art. 4 (Disciplina)

1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell'articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti all'interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento, secondo i criteri di seguito indicati.
2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica.
3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.
4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità.
5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica.
6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica sono sempre adottati da un organo collegiale.
7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni.
8. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per quanto possibile, un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica.
9. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando siano stati commessi reati o vi sia pericolo per l'incolumità delle persone. In tal caso la durata dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma 8.
10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola.
11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.

Art. 5 (Impugnazioni)

1. Per l'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 4, comma7, e per i relativi ricorsi si applicano le disposizioni di cui all'articolo 328, commi 2 e 4, del decreto legislativo 16 febbraio 1994, n. 297.
2. Contro le sanzioni disciplinari diverse da quelle di cui al comma 1 è ammesso ricorso, da parte degli studenti nella scuola secondaria superiore e da parte dei genitori nella scuola media, entro 15 giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei genitori nella scuola media.
3. L'organo di garanzia di cui al comma 2 decide, su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all'interno della scuola in merito all'applicazione del presente regolamento.
4. Il dirigente dell'Amministrazione scolastica periferica decide in via definitiva sui reclami proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi abbia interesse, contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti degli istituti. La decisione è assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia composto per la scuola secondaria superiore da due studenti designati dalla consulta provinciale, da tre docenti e da un genitore designati dal consiglio scolastico provinciale, e presideuto da una persona di elevate qualità morali e civili nominata dal dirigente dell'Amministrazione scolastica periferica. Per la scuola media in luogo degli studenti sono designati altri due genitori.

Art. 6 (Disposizioni finali)

1. I regolamenti delle scuole e la carta dei servizi previsti dalle diposizioni vigenti in materia sono adottati o modificati previa consultazione degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei genitori nella scuola media.
2. Del presente regolamento e dei documenti fondamentali di ogni singola istituzione scolastica è fornita copia agli studenti all'atto dell'iscrizione.
3. È abrogato il capo III del R.D. 4 maggio 1925, n. 653.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica.