mercoledì 26 novembre 2008

Assemblea dell'Unione Degli Studenti del 28 Novembre

Un' assemblea dell'Unione degli Studenti (UDS) si terrà il 28 Novembre alle ore 17:45 nella sede dei Cobas Scuola, in via Donizetti 52 a Cagliari. Gli studenti si incontreranno alle 16:45 al distributore IP di via Is Mirrionis per decidere alcune questioni prima della riunione, tra le quali il possibile abbandono dell'Unione per costituire un collettivo indipendente.

Ringraziamo il rappresentante d'istituto del Liceo Artistico Foiso Fois di Cagliari, Roberta Lai, per la segnalazione.

mercoledì 19 novembre 2008

Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari

COMUNICATO STAMPA CONSULTA STUDENTI DI CAGLIARI:

Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari

La scuola italiana, in ogni suo ramo, attraversa un periodo di forte difficoltà. Tale difficoltà, confermata dall'analisi dei dati OCSE PISA, pervenuti lo scorso anno, ci consegna il difficile compito di trovare rimedi ad un'istituzione che è fortemente malata, ma che pensiamo abbia nella sua intima struttura, le soluzioni e i farmaci adatti a curarla da tale patologia.

È infatti da diversi anni che il sistema pubblico viene continuamente messo in gioco, vilipendiato dai governi che si sono succeduti, ognuno a sua volta convinto di perseguire un “interesse generale”, purtroppo mai coincidente con quello che è invece l'interesse specifico della nostra scuola.

È cosi che allora ci sono state imposte dall'alto la Zecchino-Berlinguer, aprifila nella definizione di quell'”autonomia scolastica” oggi tanto decantata e nell'idea che si potessero finanziare anche gli istiuti privati e confessionali, ormai “parificati” a quelli del settore pubblico. È così che progressivamente una massa enorme di denaro è stata negata alla scuola, nelle forme più disparate, per essere investita altrove. Siamo passati per la “riforma” Moratti, che contestammo nella sua idea classista e fortemente elitaria. Arriviamo oggi a quello che è forse un punto di non-ritorno per il settore pubblico.

Il disegno di scuola che il governo persegue prevede un taglio di oltre otto miliardi di euro nell'arco di tre anni. Oltre a confermare la recessione economica nel nostro paese, con quasi duecentomila licenziamenti tra personale docente e ausiliario e il blocco delle assunzioni, prospetta una scuola lasciata a se, priva dei necessari finanziamenti che la possano far sopravvivere.

Ma è nel metodo e nel merito che contestiamo tale “controriforma” o per meglio dire “restaurazione”, sancita per botte di decreto legge e approvata come leggi della Repubblica 133 e 137.
Essa infatti è stata portata avanti come un'operazione verticistica, senza il dialogo ne all'interno del parlamento ne tantomeno tra le parti chiamate in causa: docenti, genitori e studenti.

La consulta degli studenti, organismo istituzionale chiamato a discutere e portare il proprio parere in merito alle decisioni nell'ambito scolastico, non è stata convocata, ne si pensa per ora una sua convocazione su un terreno di discussione che è quello del Consiglio Nazionale dei Presidenti.
La CPS di Cagliari intende perciò esprimere il proprio forte disappunto su tali scelte del governo.

Riteniamo che la scuola sia un bene di tutta la collettività, sulla quale la collettività stessa debba intervenire anche economicamente, per garantire a tutti, secondo i principi costituzionali, l'accesso ai saperi e alla cultura, nell'idea della promozione sociale che da ciò deriva. Riteniamo altresì che la nostra sia una rivendicazione ben concreta e precisa, di un modello di scuola che sappia essere più inclusivo, escludendo a priori l'idea di classi differenziate nel settore elementare, corretto, senza l'adozione del voto in condotta quale misura repressiva nei confronti di chi la scuola la vive, gratuito e democratico. Chiediamo insomma quella scuola che la nostra Costituzione ci garantisce e che invece ci viene negata, chiediamo una scuola che sia garante della democrazia e della sicurezza sociale nei paesi e nelle città più di quanto non sappia farlo una caserma o un plotone dell'esercito. Riteniamo che sia la scuola l'unico spazio di salvaguardia del sistema democratico, in una congiuntura economica che mette in crisi l'intero sistema di produzione capitalistico, legato alla speculazione finanziaria, e che conseguentemente produrrà una forte svalutazione del valore sociale di qualsiasi titolo di studio, è necessario recuperare lo spazio anche fisico e insieme sociale e umano all'interno del quale è viva la discussione e il confronto e in cui non è presente mercificazione alcuna.
Per tali motivi ci muoveremo sul terreno di critica e proposta, partecipando alle assemblee coi nostri rappresentanti delegati dall'organismo e nella figura del Presidente, portando avanti le nostre proposte nelle sedi istituzionali opportune, e chiedendo in continuazione l'apertura di un tavolo di discussione che possa finalmente mettere in collegamento le parti sociali che gravitano intorno alla scuola.

sabato 15 novembre 2008

Resoconto della Manifestazione Nazionale di Venerdì 14 Novembre

Dall'UnioneSarda.it:
La rabbia degli studenti travolge Roma

ROMA L'onda ha invaso Roma, ma non ha distrutto. Coerente con le promesse della vigilia, la manifestazione contro le politiche del governo in materia di università e ricerca è stata uno tsunami pacifico che ha lambito Montecitorio, il Senato, Palazzo Chigi, la cittadella della politica, per poi ritirarsi, lasciandosi dietro lattine vuote e cartelli stropicciati, verso i luoghi di partenza: La Sapienza, gli altri atenei romani o le tante città da cui, negli ultimi due giorni, si sono mossi migliaia di studenti, precari, ricercatori, docenti, allievi di conservatori e accademie per dire «no» alla legge 133, ai tagli di personale e risorse, alla trasformazione delle università in fondazioni, al provvedimento ammazza-precari di Brunetta.

TANTE ANIME È stata una protesta con due anime - quella del sindacato e quella del movimento studentesco - e due grandi assenti: la Cisl che ha ritenuto sufficienti le rassicurazioni avute dal ministro Gelmini e, a 48 ore dallo sciopero, ha revocato la mobilitazione, e il Pd che, a parte qualche solitaria presenza avvistata nei pressi del palco di piazza Navona ha disertato la piazza. Movimento studentesco e sindacale si sono sfiorati, ma non saldati. Forse non soltanto fisicamente.

QUATTRO CORTEI I tre cortei degli studenti (agli universitari si sono uniti anche gli studenti medi) sono partiti ieri mattina dalla Sapienza (dove in tanti arrivati da fuori Roma hanno dormito la scorsa notte nelle facoltà occupate), da Roma Tre, da piazza della Repubblica. Quello dei sindacati (secondo le loro stime «100 mila in piazza») ha preso il via dalla Bocca della Verità. Destinazione comune piazza Navona. Ma lo spezzone forte degli studenti è arrivato a comizi conclusi. In tanti hanno deviato prima, per raggiungere Montecitorio; altri li hanno raggiunti o si sono dispersi in tanti rivoli per le vie del centro: «Blocchiamo la città, questa è la risposta dell'universita». Una promessa che non è rimasta campata in aria. Centomila hanno sfilato con i sindacati, secondo gli organizzatori, mezzo milione di ragazzi in piazza alla conta delle associazioni studentesche. Cifre ridimensionate dalla questura che parla di un più modesto 30 mila.

LA PROTESTA Tanti i cori e gli slogan che hanno avuto come bersaglio non soltanto la Gelmini, ma anche Brunetta e l'intero Governo, alternando il sofisticato al casereccio: «Legge 133 più irrazionale di radice quadrata di due», «Il sonno della ragione genera mostri», «Quo usque tandem Gelmini abutere patientia nostra» ma anche i più spiccioli «governo di nani arriva lo tsunami», «Gelmini ci hai provocato?... e noi te se magnamo» o il drammaticamente realistico cartellone arrivato da Cosenza «la 'ndrangheta ringrazia vivamente per la manodopera di cualità ». Tantissimi i dipendenti, per lo più precari, degli enti di ricerca - dall'istituto di vulcanologia di Catania al Cnr, all'Ispra - con buona pace del ministro Brunetta. «Si sta affrontando la questione dei precari come mai si era fatto in precedenza» ha dichiarato in una nota stampa chiedendo a chi lo contesta: «al di là di generiche proroghe di contratti a tempo determinato (perché questo solo la normativa vigente garantisce ai precari, e comunque non oltre il 31 dicembre 2009), era mai stato fatto in precedenza un intervento così preciso e capillare per risolvere i problemi?». Ma con i tagli, solo con i tagli - ha insistito il sindacato - non si va da nessuna parte.

SINDACATO «Il Governo cambi rotta» ha ammonito ai manifestanti che affollavano piazza Navona il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. E ha avvisato: «siamo solo all'inizio e finché non raggiungeremo i nostri obiettivi non ci fermeremo. Tocca all'esecutivo decidere se aprire seriamente un confronto o continuare con l'autoritarismo e l'autoreferenzialità che lo ha contraddistinto fin dall'inizio». Nel corteo e sul palco c'era anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ma non ha parlato alla piazza. Ha però criticato l'assenza della Cisl: «Chi non c'è sbaglia. Ogni volta che provano a isolarci gli va male però persistono. E perseverare è diabolico. C'è una richiesta forte di riforme e non di tagli. La Gelmini continua a ripetere che noi non vogliamo le riforme. È lei invece che pensa di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli. Apra un vero confronto e saremo disponibili». Dunque, per ora, si va avanti nella protesta. Una posizione condivisa anche dal movimento da Roma Tre, da piazza della Repubblica. Quello dei sindacati (secondo le loro stime «100 mila in piazza») ha preso il via dalla Bocca della Verità. Destinazione comune piazza Navona. Ma lo spezzone forte degli studenti è arrivato a comizi conclusi. In tanti hanno deviato prima, per raggiungere Montecitorio; altri li hanno raggiunti o si sono dispersi in tanti rivoli per le vie del centro: «Blocchiamo la città, questa è la risposta dell'universita». Una promessa che non è rimasta campata in aria. Centomila hanno sfilato con i sindacati, secondo gli organizzatori, mezzo milione di ragazzi in piazza alla conta delle associazioni studentesche. Cifre ridimensionate dalla questura che parla di un più modesto 30 mila.

Sfilano anche all'estero Parigi e Bruxelles solidali con gli italiani

ROMA L'onda della protesta ha invaso la Capitale, ma non solo. Contestazioni contro la legge 133 e, più in generale, contro le politiche del governo sul fronte dell'università e della ricerca sono andate in scena in tutta Italia e all'estero.

MILANO Alcune centinaia di studenti delle università e di lavoratori del settore istruzione hanno partecipato a un presidio in piazza Duomo. Sul sagrato brevi concerti di gruppi di strumentisti del Conservatorio Verdi, interventi di ricercatori, docenti e studenti.

GENOVA Manifestazione di diverse centinaia di studenti universitari e liceali ieri nell'area del Porto Antico, dove si svolgeva un convegno di Confindustria. Ed esperimenti di chimica in piazza: la scritta «Fondi» appariva e scompariva grazie a una sorta di inchiostro simpatico, mentre una soluzione cambiava colore all'urlo dei passanti «Cambia».

TRENTO Presidio e assemblea di un centinaio fra ricercatori universitari, personale amministrativo e studenti questa mattina presso il rettorato di Trento. I lettori di lingua hanno esposto sul muro del rettorato alcune mutande. Nel frattempo è stata sospesa l'occupazione della facoltà di Sociologia, dove peraltro le lezioni era continuate regolarmente.

BOLZANO Studenti delle medie superiori italiane e tedesche hanno protestato in corteo a Bolzano contro la riforma Gelmini. Alla manifestazione hanno preso parte - secondo le autorità - 1.500 ragazzi, italiani e tedeschi insieme. Di fronte alla Libera università di Bolzano i ragazzi hanno gridato «vergogna, vergogna» ai loro colleghi che non hanno partecipato al corteo.

POTENZA Una delegazione di studenti delle scuole superiori di Potenza ha incontrato ieri la presidente della Commissione Pubblica Istruzione della Camera, Valentina Aprea (Pdl), per esporre le «preoccupazioni» sulle riforme, in particolare su tagli e fondazioni universitarie, e chiedere al Governo di convocare le Consulte degli studenti, e «non associazioni che non ci rappresentano in modo unitario». Aprea ha poi spiegato loro che «l'Italia e il mondo si trovano in una crisi mondiale, e le riforme servono a evitare il peggio» senza però «intaccare l'idea di una scuola moderna e di qualità» a cui si aggiungono «le fondazioni, accanto all'università che resta pubblica, perché la ricerca non può vivere solo di fondi pubblici».

CATANIA I giovani del movimento studentesco catanese sono entrati nel rettorato in piazza Università, occupandolo.

PARIGI E BRUXELLES «L'Onda anomala travolge Parigi»: con questo slogan hanno protestato in trecento ieri mattina (studenti e ricercatori) nella capitale francese contro i tagli al sistema scolastico del governo Berlusconi. Sit-in di protesta anche a Bruxelles: italiani arrivati nella capitale europea con il programma Erasmus, stageur o ricercatori, ma anche figli di immigrati che studiano alla scuola europea o nelle università di Liegi e Anversa.

venerdì 14 novembre 2008

Allora diteci voi dove dobbiamo tagliare. (Tremonti)

Prima Tremonti, poi la Gelmini: «Diteci dove tagliare!».

E allora diciamoglielo noi a questi poveri politici ignoranti dove devono tagliare.
Qui di seguito trovate alcune delle tante spese (inutili) che ci siamo fatti carico negli ultimi anni.
Fondi Pubblici alle Scuole Private e alle Scuole Cattoliche [1]
«Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.» (art.33 della costituzione).
E noi spendiamo 532 milioni l'anno per le scuole private.

License Software [1] [2]
274 milioni nel 2003.
483 milioni nel 2004.
Spese che potrebbero essere ridotte con l'utilizzo di software Open Source, come già avviene in numerosi paesi europei.

Abolizione dell'ICI [1]
Rappresentava il 30% delle entrate Comunali.
Un'abolizione costata 2,2 miliardi di euro.

Alitalia
Da quando è stata quotata in borsa, la compagnia ci è costata (tra ricapitalizzazioni e debiti ripianati) circa 13 miliardi di euro, di cui 5 miliardi negli ultimi 10 anni. Costi Pubblici, Guadagni Privati.

Il sito di Italia.it
Un progetto da 45 milioni di euro che avrebbe dovuto rappresentare il nostro paese su internet promuovendolo anche all’estero. Fallito.

Ponte sullo Stretto di Messina [1]
Costerà 5 miliardi di Euro a cui vanno a sommarsi i 200 miliardi già spesi per gli studi di progettazione e di fattibilità.
Nelle elezioni politiche del 2008 il Governo Berlusconi ha promesso che riprenderà il progetto di costruzione del ponte.
Inoltre, in questa "guerra ai fannulloni" si scoprono parecchi comportamenti ipocriti, proprio da chi dovrebbe dare il buon esempio.
Assenteismo al Governo [1]
Camera, Berlusconi Silvio detiene il primato di assenze con il suo 98,5%.

Aerei di Stato [1] [2] [3] [4]
Nel 2005, con Berlusconi, il conto degli aerei di Stato toccò i 65 milioni di euro.
Inoltre, il nuovo Governo ha deciso di eliminare le restrizioni poste sull’utilizzo degli “aerei blu”.
A questo punto, credete ancora che tagliare i fondi all'istruzione sia l'unica soluzione possibile?
La Scuola dev'essere riformata, ma con delle riforme sensate, non con dei tagli sbrigativi e informali che nemmeno vengono discussi in parlamento.

Nota: vi invito a visitare anche i link tra parentesi quadre.
Trudu Giacomo

giovedì 13 novembre 2008

Intervista a Dario Fo

Stasera vi propongo un'interessante intervista a Dario Fo.

Manifestazione Sabato 15 Novembre, Villacidro

Sabato 15 Novembre, a Villacidro, si svolgerà una manifestazione di protesta contro il decreto Gelmini-Tremonti, organizzata dal Liceo Classico E. Piga di Villacidro.
Il corteo partirà dal Parco Comunale di via Farina alle ore 9:00, per poi attraversare via Repubblica e terminare in Piazza Lavatoio verso le ore 10:00, dove sarà allestito un sit-in in cui interverranno alcuni politici, professori, studenti medi e universitari. Si prevede una durata di circa un'ora e mezza.
Sono invitati a parteciparvi tutti gli studenti del medio Campidano e la cittadinanza sensibile al problema.

SABATO 15 NOVEMBRE

MANIFESTAZIONE CONTRO IL DECRETO GELMINI-TREMONTI

Ore 9:00 – Villacidro, Parco Comunale di via Farina

Manifestazione Venerdi 14 Novembre, Cagliari

La Legge 133,approvata il 6 agosto di quest’anno, rappresenta una minaccia inaccettabile, contro la quale si sta schierando l’intero mondo dell’Università. Essa prevede:
  • Blocco del turn-over al 20% (un’assunzione ogni cinque pensionamenti – art. 66)
  • Tagli al fondo per il finanziamento ordinario per 1441,5 milioni di euro entro il 2013 (art. 66)
  • Possibilità/necessità per gli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (art. 16)
Il movimento degli studenti, unitamente al personale docente e non docente, si unisce alla manifestazione del comparto Università organizzata dai sindacati a Cagliari, e sollecita la cittadinanza a mobilitarsi in difesa del nostro Ateneo e dell’istruzione pubblica.

VENERDI’ 14 NOVEMBRE

MANIFESTAZIONE

Ore 9:30 – Piazza Garibaldi

Link al manifesto (PDF)